L'ora più buia

Joe Wright torna in carreggiata dopo il non etusiasmante Pan, richiamandosi al suo precedente Espiazione (*) ed affidandosi ad una prova d'attore eccellente, ad opera di un Gary Oldman che riesce, grazie anche ad un supporto al trucco molto efficace, a rendere in modo a tratti stupefacente Winston Churchill. Molto brava anche Kristin Scott Thomas (moglie), efficaci anche gli altri comprimari, anche se a loro restano poco più che le briciole. Ha un poco più di spazio Lily James, nel ruolo della dattilografa che ha l'improbo compito di mettere su carta quello che le detta Churchill.

Il fuoco dell'azione è il breve periodo in cui Churchill assume la carica di primo ministro in un momento in cui nessuno se la sente di farlo. La Germania nazista è sul punto di mangiarsi l'intera Europa continentale, digerendosi nell'atto praticamente l'intero esercito inglese, schierato in quel momento in Francia. Viene fatto capire che l'idea del suo maggior nemico interno, il visconte Halifax, sarebbe quella di lasciarlo friggere nella situazione impossibile, per poi entare in gioco come salvatore della patria proponendo una umiliante resa che però possa evitare guai peggiori.

Le cose andranno ovviamente in maniera diversa, e dovremmo ben saperlo tutti, ma la narrazione è tale da tenere inchiodati per le due ore per vedere come la matassa verrà sgarbugliata.

Ovvio il riferimento a Dunkirk, che ci mostra fondamentalmente la stessa cosa ma dal punto di vista delle persone fuori dalle stanze del potere, e a Il discorso del re, dove lo spazio se lo mangia quasi tutto re Giorgio VI.

Come al solito, ottimo il lavoro di Dario Marianelli alla colonna sonora, che gioca benissimo in accordo alla regia di Wright.

4 commenti:

  1. Spero proprio che la statuetta dorata premierà l'ottimo Oldman (già Dracula, già Smiley, già Beethoven, già Sirius Black ecc)
    Non credo sarà premiato il film, che abbonda di imprecisioni storiche

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    1. Faccio anch'io il tifo per Oldman. Come film mi piacerebbe vincesse Dunkirk.

      Vero che il Churchill raccontato qui sembra un orsacchiotto rispetto a quanto doveva essere spigoloso nella realtà. Vero anche che è molto difficile immaginarselo a spasso da solo in metropolitana.

      In effetti penso che tu abbia ragione, se non avessero edulcorato la sua figura il risultato sarebbe probabilmente stato migliore.

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    2. Non esiste proprio che l'aristocratico Churchill salisse sulla metro e intervistasse la "gente comune" sulle trattative di pace.
      Per non parlare del canale diplomatico Londra-Roma: è una leggenda senza fondamento. Hitler non lo fermava nessuno e Mussolini era entusiasta di versare sangue italiano "ho bisogno di qualche migliaio di morti per sedere al tavolo della pace dalla parte dei vincitori..."

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    3. Il distacco di Churchill dalla gente comune è ben rimarcato nel primo passaggio in macchina, l'invenzione del viaggio in metrò credo voglia sottolineare quell'aspetto di lotta comune a prescindere dalle classi che effettivamente c'è stata durante la guerra. Non a quei livelli, però.
      Sul fatto che Hitler non lo fermasse nessuno ho qualche perplessità. Nel senso che, per quello che ne so, riteneva possibile un'alleanza Germania-UK, e il traccheggiare a Dunquerque fosse un tentativo di forzare le cose in quella direzione. Mi sbaglio?

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