La zona grigia

Debolmente basato sul racconto della propria esperienza da parte di un medico ungherese di origine ebrea che ha collaborato con Mengele agli esperimenti nei campi di sterminio nazista. Tim Blake Nelson (più noto come attore, era Delmar in Fratello, dove sei? dei Cohen) ne ha tratto prima un pezzo teatrale e poi la sceneggiatura al film di cui parlo qui, che ha pure diretto.

Come ci dice nella featurette allegata al DVD, Blake Nelson ha avuto l'idea da Primo Levi, che appunto parlava di zona grigia e del problema di come molti si adattino al male, anche solo per avere una piccola speranza di vita, quando il resto viene a mancare.

Pur essendo un tema molto interessante, lo sviluppo filmico non mi pare dei migliori. Vedendolo, e ancora all'oscuro della sua origine, mi veniva da pensare che avrebbe reso meglio a teatro. Volendolo proprio portare sullo schermo, avrei visto bene una messa in scena più estremista, alla Dogma 95, e a dire il vero, per gli standard americani, mi sembra quasi che siano andati abbastanza in quella direzione - in particolare la colonna sonora è praticamente assente (spesso sostituita da un cupo rumore di fondo), i colori sono molto sbiaditi, gli effetti speciali ridotti al minimo.

Il cast, non strepitoso ma accettabile, include il più piccolo degli Arquette (David), Mira Sorvino, Steve Buscemi e un Harvey Keitel sottotono (non ho capito bene di chi sia stata l'idea di farlo recitare con un bizzarro accento pseudotedesco - ma chiunque l'ha avuta, ha sbagliato).

Nessun commento:

Posta un commento