Il cammino per Santiago

Un quarantenne americano (Emilio Estevez, anche regista su propria sceneggiatura non originale), colto da crisi di mezza età, molla tutto per andare a fare un gran tour in Europa, e poi magari anche oltre. Il padre (Martin Sheen, padre di Estevez anche nella realtà, non ci si stupisca della somiglianza) non ne è per niente entusiasta, ma non ci può fare molto.

Però, giorni dopo, gli capita di ricevere una telefonata da un poliziotto francese che gli comunica la morte del figlio, che si era appena incamminato per Santiago. Senza indugi, prende e parte, con l'idea di recuperare la salma e riportarla a casa. Per motivi che non sto qui a specificare, le cose andranno differentemente, e un settantenne non particolarmente portato al camminare si farà tutta la Spagna a piedi, in compagnia di un massiccio olandese (Yorick van Wageningen), una appetitosa, per quanto matura, canadese (Deborah Kara Unger), e un bizzarro scrittore irlandese (James Nesbitt).

Il film funziona bene in alcuni momenti ad alto tasso emozionale, e direi che la sorpresa aiuta l'effetto, dunque tralascio di parlarne, per dedicarmi invece ad alcune cose meno riuscite. Ci sono scene che sembrano scritte a scopo promozionale. Fatica sprecata, bastava lasciare parlare le immagini. I personaggi sono troppo stereotipati (ad esempio l'olandese ha una montagna infinita di sostanze più o meno legali, almeno in Olanda) e non cambiano molto tra partenza e arrivo, e non alludo tanto a un cambiamento di carattere (lì qualcosa accade), quanto al fisico. Uno non si fa tutti quei chilometri a piedi senza conseguenze. E invece niente fiacche, calli, dolori muscolari vari. E nemmeno punture di insetti, raffreddori ... a proposito, al protagonista capita di finire in un fiumiciattolo, e inzupparsi miserevolmente. Indi passa la notte su un materassino e si risveglia al mattino fresco come una rosa. A settantanni.

Nonostante le suddette debolezze (e una certa lentezza nello sviluppo dell'azione) il risultato non mi ha deluso. Ci sono alcune cose su cui vale la pena di riflettere.

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