Arizona junior

Secondo film di Ethan e Joel Coen. Dopo l'esordio quasi hard boiled di Blood simple, i due terribili fratelli lasciano maggior spazio ai temi da commedia, introducendo alcuni elementi talmente caricati (il cacciatore di taglie alla Hells angels, ad esempio) da far pensare all'immaginario fumettistico.

Il protagonista è H.I. (per gli amici Hi) un piccolo delinquente (Nicolas Cage ancora agli inizi di carriera) caratterizzato da una buffa parlantina eccessivamente forbita (caratteristica che verrà ripresa, ad esempio, dai protagonisti di Fratello, dove sei?) e da una incapacità assoluta di delinquere, cosa che lo porta ripetutamente in galera, al punto da approfondire a tal punto la conoscenza con Ed (abbreviazione di Edwina), la poliziotta addetta alla catalogazione dei nuovi arrivati (Holly Hunter), che tra i due nasce un amore che si concretizzerà nel matrimonio, con conseguente abbandono dell'attività criminale di lui.

Il problema è che lei, che vorrebbe ardentemente avere figli, scopre di essere sterile. Il che la porta a deprimersi, a anche ad abbandonare la polizia. Si riscuote dal suo torpore quando scopre che un noto venditore di mobili -tipo Ikea- delle loro parti, che ha cambiato il suo cognome in Arizona per motivi pubblicitari (Trey Wilson), ha appena avuto cinque gemelli. Non solo questa disparità è ingiusta, medita lei, ma la madre non può certo stare dietro a tutti loro. Convince dunque il marito a rapire uno dei frugoletti.

Un paio di ergastolani, i fratelli Snoats (un tracimante John Goodman e William Forsythe), evadono rocambolescamente dal carcere, e cercano rifugio dal vecchio amico di galera. Costoro pensano di dedicarsi a rapinare banche, ma non avrebbero remore neppure incassare il premio per chi ritrovasse il giovane Arizona.

Il capo di Hi e la di lui moglie (Frances McDormand), vanno a trovare la famigliola (Hi ed Ed dicono di aver adottato Junior) con la loro masnada di bimbi adottati, altamente distruttivi, e, nonostante non siano delle cime, capiscono che c'è sotto qualcosa di strano.

Anche un orribile cacciatore di taglie, che seguiva i fratelli Snoats, annusa l'inghippo, e abbandona la caccia ai fuggitivi per dedicarsi al poppante.

Meno truculento della tipica produzione Coen, con inseguimenti e sparatorie dove nessuno subisce danni che mi hanno fatto pensare ai Blues brothers di John Landis, è dotato pure di un finale tutto sommato positivo.

La colonna sonora è in puro stile country del sud degli USA, le musiche originale del solito Carter Burwell includono una indescrivibile versione per banjo dell'inno alla gioia dalla nona di Beethoven.

2 commenti:

  1. Ok, a quanto ne leggo mi hai fatto le scarpe per i Coen, per uno dei pochi titoli che mi potevano divertire. Me lo ricordo appena, perché si parla sempre di film già visti almeno una volta, ma la vita è fatta per guardarli almeno due volte.

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    1. Anch'io ne avevo un ricordo molto lontano, da cui la necessaria seconda visione.

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