Monsters & Co.

Riedito da Disney-Pixar dopo una decina di anni, con la scusa del 3D (ma è disponibile anche nel formato classico bidimensionale, a cui ho dato la preferenza), ci ricorda quali passi in avanti ha compiuto la grafica computerizzata in un decennio. Anche se le scene in cui domina una struttura regolare (vedi l'inseguimento tra le porte in volo, stile montagne russe) sono già di una nitidezza affascinante.

A vederlo in italiano si perde il gusto dell'ascolto, ma è comunque divertente pensare agli attori che hanno doppiato i personaggi in originale. Il protagonista, una specie di Chewbacca da Guerre stellari ma molto più morbidoso e colorato, ha la voce di John Goodman; il suo compare, la palla verde mono-oculaure, è Billy Crystal; il geco mimetico loro nemico giurato è Steve Buscemi e la sua spalla, il triocchiuto palliforme con zampe da pollo, Frank Oz; quella specie di granchio a capo della baracca è James Coburn.

La storia ci spiega perché i mostri spaventano i bambini con incubi terribili. Lo fanno per lavoro. Lo strillo del bimbo genera l'energia che muove il loro mondo. Tutto ciò non è bello, ma secondo alcuni non ci sono alternative. Una cosa che ho imparato dalla vita è di non fidarsi di chi fa affermazioni simili. Spesso lo fa per pigrizia (il cambiamento è faticoso) o per mantenere un privilegio.

Un altro tema che si esplora è quello del pregiudizio. I mostri, sembra difficile crederlo ma è proprio così, sono terrorizzati dai bambini quanto questi ultimi da loro. Il motivo di tutto ciò è la superstizione, completamente infondata, che i bambini siano letali. Non si spiega come questa idea sia nata, ma è funzionale ad una serie di buffe scenette.

La parentela con Toy story è molto forte, nella qualità del disegno come pure nella bella colonna sonora, che qui ha un sapore prebellico (nel senso della seconda mondiale) curata sempre da Randy Newman (Oscar per la canzone sui titoli di coda).

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