Il paziente a domicilio

Credo sia la prima volta nella serie Granada delle avventure di Sherlock Holmes che si fa suonare e canticchiare a Holmes (Jeremy Brett) e Watson (David Burke) un brano molto riconoscibile, che fra l'altro viene citato espressamente. Il terzo movimento rondò allegro dal concerto per violino e orchestra di Ludwig van Beethoven.

A ben vedere la storia finisce molto male per il cliente di Holmes, che poi è il paziente citato nel titolo (*). Anche se il consulting detective ha l'attenuante che il cliente si è mostrato riottoso e non ha voluto rivelargli dettagli che sarebbero stati essenziali per l'indagine. E pure quasi tutti i perpetratori riescono a sfuggire alla legge, anche se pare che facciano comunque una brutta fine.

Come consueto in questa versione, il tono è molto leggero, e quadretti comici di alleggerimento punteggiano la narrazione. Bizzarro il finale, con Watson che medita sul titolo da dare a questa storia, e finisce per scegliere quello che con nonchalance gli era stato proposto da Holmes poco prima.

(*) Il racconto di Conan Doyle su cui è basato questo episodio parla di un resident patient, che normalmente viene tradotto come interno e non a domicilio.

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