Reality

La storia narrata da Matteo Garrone è semplice ma efficace. Luciano (Aniello Arena, esordio sul grande schermo), pescivendolo napoletano che arrotonda le entrate grazie ad una truffa che ha cucito assieme alla moglie (Loredana Simioli) sulla vendita per corrispondenza di un buffo robot da cucina, e che da sempre rallegra il vasto parentado con spettacolini da varietà casalingo, si convince che ha i numeri giusti per entrare nel cast del Grande Fratello, e fare così il gran salto in una vita migliore. Per rincorrere questo sogno sacrifica il lavoro, la famiglia, la sua sanità mentale. Lo raggiungerà? Forse sì. In ogni caso il prezzo che paga sembra troppo alto.

Lo svolgimento è in bilico tra la brutale realtà di una Napoli degradata abitata da personaggi tragicamente grotteschi e una spiazzante atmosfera da favola, ben supportata dalla bella colonna sonora di Alexandre Desplat.

Buona rappresentazione del nostro corrente sfacelo culturale-economico. L'unico contraltare al vuoto spinto che mitizza il successo basato sul nulla di chi nulla sa fare, ma che tutti conoscono perché appare in televisione è la Chiesa. I discorsi di Michele (Nando Paone), cugino di Luciano, non però riescono ad avere alcuna presa sul protagonista.

In un piccolo ruolo (il barista) c'è anche Ciro Petrone.

Nessun commento:

Posta un commento