Noi siamo infinito

Seconda visione a un anno di distanza, stessa ottima impressione. Stephen Chbosky dirige la materia che lui stesso ridotto in sceneggiatura a partire dal suo stesso romanzo young-adult.

Racconto di formazione che segue il punto di vista di Charlie (Logan Lerman), ragazzino che ha avuto una infanzia decisamente poco piacevole e ora si trova ad affrontare le scuole superiori. Per sua fortuna incontrerà un paio di mezzi-fratelli, Patrick (Ezra Miller) e Sam (Emma Watson) che, nonostante la differenza di età (sono all'ultimo anno), lo accoglieranno nella loro piccola comunità di "diversi". Qualcosa di simile a L'attimo fuggente di Peter Weir, dunque, e in effetti anche qui c'è la figura di un professore di inglese (Paul Rudd) che capisce il protagonista e lo aiuta nel suo percorso di crescita, ma ha molto meno spazio.

La localizzazione nel tempo e nello spazio è evidentemente influenzata dall'esperienza personale di Chbosky. Siamo infatti a Pittsburgh a fine anni ottanta, o poco più in là, come si evince anche dalla colonna sonora, che include brani dei Sonic Youth, Morrissey / The Smiths, New order. A fare la parte del leone, musicalmente parlando, è però Heroes, di David Bowie che, pur risalendo a a dieci, forse quindici anni prima dei fatti narrati, è sconosciuta ai protagonisti, che ne riescono a trovarne una copia solo dopo lunghe ricerche. Questo dettaglio può sembrare strano a chi non abbia vissuto l'epoca pre-web, però mi sento di confermarne plausibilità.

4 commenti:

  1. Lo adoravo , e mi è sempre piaciuto ogni volta che lo rivedevo..
    Colonna sonora abbagliante....

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    1. Forse riesce più facile amarlo se si ha una certa età, per i suoi riferimenti ad un passato che ad alcuni può sembrare lontano. Ne consiglierei però la visione anche ai più giovani, a patto che riescano ad empatizzare con il gruppetto dei protagonisti.

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  2. Gran film: ho meditato a lungo se considerarlo il BEST OF 2013 (sai chi ho scelto poi)
    Quanto alla difficoltà di trovare vecchi successi prima di internet... ne so qualcosa (adesso trovi tutto, da Bowie al Trio Lescano, ma allora era un'odissea)

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    1. Ti correggo, ha combattuto per il tuo Best of 2012. Ha perso contro un avversario di quelli tosti, io lo avrei fatto vincere, ma è davvero questione di gusti, sfumature, preferenze personali.

      Io penso che oggi sia difficile pensare ad una vita senza il web, ma ho una certa nostalgia di quella strana situazione in cui si veniva a conoscere la musica grazie all'amico a che duplicava (magari malamente) la cassetta che il fratello maggiore aveva ottenuto per vie traverse.

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