Il riccio

Una indisponente undicenne parigina di famiglia bene, che risponde all'inconsulto nome di Paloma (Garance Le Guillermic), alla sorella maggiore, Colombe, è andata anche peggio, ha deciso che si suiciderà al compimento dei dodici anni. Motivo, non vuole una vita vacua come quella della sua famiglia e di tutta la gente che conosce. Capita però un nuovo vicino, il giapponese Kakuro Ozu (Togo Igawa), che sovverte i suoi schemi e la porta ad interessarsi della portinaia Renée (Josiane Balasko) di cui entrambi hanno scoperto il segreto.

Tratto dal best seller L'eleganza del riccio di Muriel Barbery, a quanto mi dicono non mantiene le promesse del romanzo. Pare che anche la Barbery sia stata dello stesso avviso e abbia fatto il possibile per distanziare la sua opera da quella, cinematografica, di Mona Achache. Da cui il titolo, monco, e la nota sui titoli che avverte lo spettatore di quanto la sceneggiatura sia liberamente tratta dall'originale.

Simpatici alcuni passaggi, come le animazioni che prendono vita dai disegni di Paloma, o la scena in cui la protagonista cerca di provocare i genitori affermando di aver deciso cosa farà da grande, ottenendo, con suo gran dispiacere, una sorprendente approvazione incondizionata. Per il resto m'ha convinto molto poco.

Le svariate prove di suicidio di Paloma mi hanno ricordato Harold e Maude (1971), che però qui sono a solo uso e consumo dell'artefice, mentre là sono delle vere messe in scena decisamente più intriganti.

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