Per un pugno di dollari

Primo titolo della trilogia del dollaro che verrà completata due anni dopo da Il buono, il brutto, il cattivo, scritta e diretta da Sergio Leone facendo praticamente un remake in salsa spaghetti western (genere ai tempi inesistente) de La sfida del samurai di Akira Kurosawa.

E' un film a basso costo, con pecche evidenti nella recitazione e nella produzione ma salvato dalla potente idea narrativa iniziale, un'ottima mano alla regia, e dalla creazione di una atmosfera western che scardinava molte delle consuetudini del genere. Da non dimenticare la colonna sonora di Ennio Morricone, anch'essa diventata un punto di riferimento per il genere.

Il protagonista senza nome (chiamato Joe dal becchino) è Clint Eastwood, che appare subito nel poncho che ha trovato sul finire del terzo episodio (anche questo gusto per l'incongruenza temporale troverà proseliti). Il suo avversario principale è Gian Maria Volonté, non al suo meglio - pare che avesse accettato la parte per ripianare debiti causati da una catastrofica produzione teatrale, ma in realtà Eastwood è semplicemente alla ricerca di rogne. Si mette in mezzo ad una situazione spinosa, ammazza direttamente e soprattutto causa indirettamente una valanga di morti, viene malmenato all'inverosimile, e alla fine, dopo essere riuscito a uccidere l'uomo col fucile, nonostante lui sia armato di Colt, e l'antico proverbio messicano citato dallo stesso Volonté lo desse per spacciato, saluta i pochi superstiti e se ne va.

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