Verdetto finale

Non si tratta di un capolavoro, ma la versione che ne ho visto oggi su Sky è decisamente orribile, in quanto i numerosi tagli subiti - operati in una maniera che mi è parsa casuale - causano bizzarri buchi di sceneggiatura rendendo il film poco comprensibile. Fortuna che per me si trattava di una seconda visione, e ricordavo che qualcosa mancava.

La storia sarebbe quella di due destini che si incrociano. Un feroce delinquente tendenzialmente fuori di testa (interpretato in maniera abbastanza credibile da John Lithgow) e un ambizioso poliziotto (Denzel Washington). I due si incontrano all'inizio della loro rispettiva carriera, il primo soccombe aprendo la via ad una rapida crescita professionale del secondo. Passa una lunga serie di anni in galera meditando una vendetta francamente assurda, finché riesce ad evadere, in un modo improbabilmente truculento, e a mettere in opera il suo incredibile piano.

Il suo scopo non è quello di uccidere la sua nemesi, ma di distruggergli la vita, facendogliene passare di tutti i colori e ammazzando i suoi amici. Una delle scene scomparse dalla versione televisiva è per l'appunto la morte del suo migliore amico (Kevin Pollak - poliziotto con cui ha condiviso l'inizio della sua carriera), che però viene citata più volte nel finale, creando un certo sconcerto nello spettatore meno avvertito. Anche altre parti del piano diabolico di Lithgow non sono mostrate, rendendolo meno esageratamente complesso ma, nel contempo, ancora meno comprensibile.

Sorvolo, e arrivo alla scena finale, in cui Washington riprende l'iniziativa, chiede aiuto al suo antico amico d'infanzia (Ice-T) diventato un boss della delinquenza locale che, come tale, non era previsto da Lithgow. In un modo spettacolare ma francamente inattendibile il buono riesce così a chiudere lo scontro a suo favore - facendo un ricorso eccessivo a una inutile violenza, a mio gusto.

Risultato scarsotto per un film di genere che ha coinvolto un cast di tutto rispetto. La storia ha degli spunti interessanti ma mi pare sovraccaricata da troppi temi secondari, che finiscono per essere presentati in modo embrionale o sviluppati per luoghi comuni. La regia di Russell Mulcahy non mi pare eccezionale, anche se ha qualche bel momento (ad esempio una carrellata sugli abiti sparsi per la casa di Washington e signora fino ad arrivare ai due nel letto - niente di innovativo, ma eseguita con grazia). La cosa più interessante m'è parsa essere il titolo originale - Ricochet - che sarebbe qualcosa come proiettile di rimbalzo. Può essere usato per dare una propria interpretazione a questo racconto. Se se ne ha voglia.

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