Radio America

A Prairie home companion è, oltre che il titolo originale del film, uno show radiofonico americano di gran successo il cui boss, Garrison Keillor, ha imbastito una sceneggiatura che mantiene lo spirito del programma, pur stravolgendolo, e l'ha sottoposta niente di meno che a Robert Altman, che l'ha fatta diventare il suo ultimo film.

A narrare la vicenda è uno stralunato investigatore privato alla Marlowe (vedi Il lungo addio) ma con una pericolosa tendenza alla Clouseau e trasferito di peso ai nostri giorni (un ottimo Kevin Kline) che si è adattato a fare il servizio di sicurezza per lo show radiofonico che, come spesso accade da quelle parti, è registrato in diretta in teatro. E' l'ultima puntata, alcuni non lo sanno, altri fanno finta di non saperlo, altri ancora pensano che lo spettacolo comunque deve continuare, qualunque cosa accada. Ad interferire con la serata intervengono una misteriosa femme fatale molto noir (pur essendo in bianco - Virginia Madsen) al punto da essere indicata nei titoli di coda come la donna pericolosa e da ricordare Bruno Ganz in Il cielo sopra Berlino, e un texano (Tommy Lee Jones) tutto soldi e niente sentimento che ammette incidentalmente di essere diventato così per autodifesa, avendo fallito come musicista.

Memoria dei bei tempi andati (alla Radio days), meditazione sulla morte, vista comunque come parte della vita, racconto di quel bizzarro Midwest americano che poco appare al cinema ma che in realtà è parte importante (nel bene e nel male) di quella nazione. Vista con uno sguardo affettuoso e scanzonato da un grande regista in forma strepitosa, nonostante fosse in età così avanzata che gli è stato permesso di girare solo con la clausola di avere pronto la riserva (Paul Thomas Anderson), si avvale di un cast eccezionale - oltre ai sopra citati, una strepitosa Meryl Streep su tutti, poi John C. Reilly, Lily Tomlin, Woody Harrelson, lo stesso Garrison Keillor sceneggiatore nei panni di un quasi se stesso. Ma è davvero il caso di dire che anche i ruoli minori rendono al massimo, potenza di una regia (l'ho già detto?) memorabile.

2 commenti:

  1. concordo sulla figura del detective pasticcione (è la versione americana di Clouseau) che però non è il protagonista
    direi che il protagonista di questo bellissimo film corale è la MORTE, simboleggiata dalla donna in trench bianco; Altman si sentiva già più di là che di qua...

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  2. Certamente quello strano incrocio tra Marlowe e Clouseau non è il protagonista, ma solo il narratore della vicenda. Però non darei quel ruolo nemmeno all'angelo nell'impermeabile (non la vedrei come una personalizzazione della morte, piuttosto quasi una ultima dea che viene a salutare chi è di turno - e Wenders direi che incombe).

    Però, a ripensarci, in un certo senso potrei essere d'accordo. Adesso direi che il protagonista non è un singolo personaggio, ma il rapporto tra i molti personaggi del film e la morte. Ognuno reagisce in modo diverso, qualcuno (Lee Jones) finisce praticamente per farla arrivare in anticipo.

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