Monster House

Il chowder è una sorta di zuppa di pesce preparata dagli anglofoni su entrambe le sponde dell'Atlantico, un piatto tendenzialmente mostruoso che include un po' di tutto, a seconda delle versioni. Chowder è il soprannome di uno dei ragazzetti protagonisti della vicenda (tradotto adeguatamente in italiano con Timballo), e il chowder è una buona analogia per il film, che include temi diversi, portando ad un risultato troppo frammentario, almeno per i miei gusti.

Il cuore della vicenda è una triste e bellissima storia d'amore, in un certo senso simile a quella di Up, dove lui (Steve Buscemi) non riesce a completare il distacco da lei (Kathleen Turner), morta (o, a ben vedere, trasformatasi in una sorta di mostro) molti anni prima. Solo con l'aiuto di nuovi amici riuscirà a ritrovare un senso per la sua vita.

Purtroppo tutt'attorno questo nucleo è stato costruito un'horror da minorenni - non per nulla ambientato ad Halloween - dove tre ragazzini si trovano ad affrontare il mistero di un tremendo vicino e della sua mostruosa casa. Storie del genere a me, in genere, non dispiacciono, ma in questo caso i tre ragazzini non mi stanno per niente simpatici (in particolare Chowder) e non sono riuscito ad empatizzare con loro.

Ah, dimenticavo di dire che si tratta di una animazione, e i personaggi sono disegnati usando la tecnica motion capture (ovvero basando l'animazione sui reali movimenti degli attori, trasformati qui in sorta di caricature di loro stessi). Il risultato non mi ha particolarmente entusiasmato.

La sequenza iniziale è una esplicita citazione di Forrest Gump, anche qui seguiamo la prospettiva di una foglia che danza nel vento. Bella tecnicamente, ma mi è sembrata priva di alcun senso. In Gump c'era il parallelo tra la foglia e la vita del protagonista, qui credo sia semplicemente vuoto citazionismo.

Industrialmente parlando, si tratta di una produzione Sony dove ci hanno messo il becco gente del calibro di Robert Zemeckis e Steven Spielberg.

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