Magnifica presenza

Pietro (Elio Germano) è uno sfigatissimo catanese che arriva a Roma attirato dal sogno del cinema, o forse da quello della grande città. Come attore è infatti decisamente scarso, lo vediamo in un provino che sembra un incrocio tra quelli di L'uomo delle stelle e di Sono fotogenico, e viene il dubbio che l'attrazione sia più per tale Massimo che lavora in quel mondo. È dunque Pietro omosessuale? Nonostante che la gayezza sia un tema costante della produzione Ferzan Ozpetek (regia e co-sceneggiatura, assieme alla brava Federica Pontremoli) non ne sarei così sicuro. Gli si parano infatti davanti un paio di facili occasioni, una vecchia checca estrema che gira nella notte romana in un abitino leopardato e un vicino di casa più o meno coetaneo, più o meno normale. Ma non sembra quasi nemmeno accorgersi di entrambi. Meno assente sembra con chi scrive i testi per la compagnia teatrale in cui si imbatte, ma con lui non c'è proprio niente da fare. Sembra dunque che, più che altro, sia confuso, in attesa di trovare una sua collocazione nel mondo.

L'incontro che, forse, lo sbloccherà è quello con una fantasmatica compagnia teatrale intrappolata nell'appartamento che ha preso in affitto. Da notare che la padrona di casa sa benissimo delle inquietanti presenze, e le usa per scipparsi le caparre che gli inquilini lasciano, abbandonando la casa immediatamente quando scoprono l'inghippo. Ma Pietro è così "altro" che, dopo un primo tempo di inevitabile sconcerto, finisce per entrare in sintonia con quello strano gruppo che più altro di così non si può.

Sceneggiatura curata anche nei personaggi secondari, a cui spesso sono dedicate solo poche battute ma lasciano comunque intravvedere un notevole lavoro di scrittura. Bella colonna sonora (Pasquale Catalano) che segue l'azione con grande partecipazione. Buon cast, ad avere sufficiente spazio, oltre a Germano, è la sola Paola Minaccioni, nel ruolo della lontana cugina del protagonista, ma ognuno riesce ad avere qualche buon momento (Margherita Buy, Vittoria Puccini, Beppe Fiorello).

Bello il lavoro di sceneggiatura e regia sul gruppo di fantasmi, che sembrano usciti da una piece pirandelliana, anche come impostazione attoriale, visto che sono rimasti bloccati nei primi anni quaranta.

2 commenti:

  1. Pirandello non è mai stato tanto attuale, con tanta gente che indossa continuamente una maschera (magari DUE o TRE)
    segnalo anche Anna Proclemer (nel ruolo della cattiva)

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    1. Bella anche la scena in cui le attrici anni quaranta spiegano al ragazzotto contemporaneo che vuol fare l'attore come Lei abbia cambiato in un momento il modo di recitare. Lei è, ovviamente, Greta. La divina Garbo.

      Chissà che ne penserebbe Pirandello della nostra povera attualità. Credo che riuscirebbe a tirare fuori dal cilindro graffianti tragicommedie molto interessanti.

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