Quasi amici

Avendo annusato odor di fregatura, non sono andato a vederlo al cinema, nonostante la lunghissima tenitura. Ma per il piccolo schermo non vado tanto per il sottile, e dopo tutto qualcosa di interessante in questo titolo c'è. Guardarlo una volta non è che faccia male.

La storia (scritta e diretta a quattro mai, Olivier Nakache e Eric Toledano) penso che ormai la conoscano tutti. Un riccone francese (François Cluzet) ha perso la moglie, la voglia di vivere, e l'uso del suo corpo dal collo in giù - non in questo esatto ordine. Stufato dai badanti che si stufano di badarlo, decide di assumere un mezzo delinquente (Omar Sy) che non aveva nessuna intenzione di fare quel lavoro, e dunque non è ancora indurito dalla sua durezza.

Vicenda non particolarmente originale, a me ha fatto pensare a Profumo di donna di Dino Risi, con Vittorio Gassman militare cieco (e vedi anche il remake americano con Al Pacino), di cui viene giustificata la riproposizione con lo scudo di una storia vera usata come ispirazione.

Come spesso accade, si gioca sulla contrapposizione dei caratteri, gusti, approccio alla vita. Il finale dovrebbe mostrare come i due personaggi crescano assorbendo dal loro compagno quello che inizialmente loro mancava.

Disegnato come un lungo flashback - vediamo una corsa in macchina, salto indietro a scoprire tutto il pregresso, ritorno al presente e lieto fine - l'ho trovato troppo lungo, scontato, e anche un po' banalizzato, nella parte centrale, che avrei allegramente tagliato di svariate decine di minuti.

Insulsa la versione italiana del titolo, invece del più diretto Intoccabili (Intouchables), che volendo poteva essere letto come leggera critica al politically correct - ma allora sarebbe molto meglio guardarsi piuttosto Sistemo l'America e torno (di Nanni Loy, con Paolo Villaggio) di molti decenni fa.

Buono tecnicamente, ben recitato - lavoro notevole di Cluzet che ha dovuto fare a meno del corpo, facendomi pensare alla commedia dell'arte, dove gli attori, al contrario, dovevano fare a meno della mimica facciale - piacevole colonna sonora, dove i due personaggi sono caratterizzati da brani classici per il ricco, e di black-music per il povero, con la sintesi (evidentemente sbilanciata) rappresentata da una selezione della produzione di Ludovico Einaudi.

2 commenti:

  1. Bellissimo, econdo me uno dei migliori film del 2012!!
    E' vero che ricorda PROFUMO DI DONNA, ma se devo essere incera mi è piaciuto di più questo.

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    1. E non sei la sola a pensarla così, basti vedere la lunghissima tenitura nelle nostre sale. A me non ha convinto molto, ma mi pare comunque un prodotto ben fatto.

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