Gli Aristogatti

Il successo che ottenne al momento della sua uscita penso sia dovuto anche al fatto che nel corso degli ottanta minuti scarsi dell'azione succede veramente ben poco. Si era in un periodo piuttosto travagliato, e avere l'alibi del marchio Walt Disney per passare un'oretta a guardare simpatici gatti deve essere sembrata una manna caduta dal cielo.

Allo stesso modo, i genitori ne apprezzeranno la quasi assoluta mancanza di atti spaventevoli, che in genere abbondano nella produzione Disney, così da farne uno dei pochi titoli di questa casa realmente adatto per un pubblico di tutte le età.

In pratica si narra di un dramma dell'idiozia. A una vegliarda parigina che è stata cantante d'opera resta un solo amico, un anzianissimo notaio, e riversa il suo affetto sulla sua gatta, Duchessa, e sui di lei tre micini (del padre nulla si sa). In un lampo di imbecillità, costei decide di fare dei felini gli eredi universali del suo patrimonio, lasciando al maggiordomo la effettiva capacità di disporre del lascito. Costui, però, rivela la sua incapacità di connettere e decide di sbarazzarsi dei gatti, innescando una serie di eventi che si risolveranno nella sua sparizione.

Duchessa avrà modo di incontrare il suo Romeo (che in italiano è romano e ha la voce di Renzo Montagnani) che, dopo una titubanza minimizzata per esigenze produttive, accetterà di fare anche da padre ai tre micetti (Minou, Bizet, Matisse).

2 commenti:

  1. era bellissimo, un capolavoro di levità!!

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    1. La leggerezza è certamente il suo punto forte, il disegno dei gatti (in particolare i tre micetti) è affascinante. E poi è uno dei primi film che mi ricordo di aver visto al cinema. Però la storia narrata mi lascia più di una perplessità.

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