Solo Dio perdona

Bisognerebbe scrivere sulla copertina del DVD una avvertenza per il potenziale spettatore che si tratta di un film di una lentezza esasperante. Il mio primo tentativo di visione si è concluso dopo mezz'ora, causa assopimento. Qualcosa del tipo, "Apprestarsi alla visione dopo aver consumato adeguate dosi di caffeina".

Come si può aspettare chi abbia visto il precedente titolo di Nicolas Winding Refn, Drive, il dialogo è ridotto al minimo, o anche meno. Molto è affidato alla visualità dell'opera, qui la curatissima fotografia è affidata a Larry Smith, e alla componente sonora, la bella colonna sonora ancora di Cliff Martinez.

La regia è molto citazionista, non ho potuto fare a meno di pensare a Shining e a Eyes wide shut (fra l'altro poi ho scoperto che è stato il battesimo della cinepresa per Larry Smith) di Stanley Kubrick, una certa tendenza all'introspezione psicologica alla David Lynch, un riferimento che mi pare esplicito alla fisicalità e alla violenza di David Cronenberg.

La storia va messa insieme raccogliendo con pazienza gli indizi sparsi dallo sceneggiatore (sempre Refn) con gran parsimonia nei rari colloqui e raccontata dal regista per mezzo di sguardi e montaggi alternati. Riassumendo, Julian (Ryan Gosling) è un povero diavolo di origine americana che ha avuto la disgrazia di nascere in una famiglia di delinquenti. Una decina di anni prima, la terribile madre (Kristin Scott Thomas, interpretazioni tra le sue migliori) lo ha spinto ad uccidere il padre, probabilmente per conflitti di potere, convincendolo poi che l'unica cosa che gli restava fare era andarsene a Bangkok, Thailandia a gestire una succursale malavitosa sotto la copertura di una palestra del pugilato locale.
Nonostante il tiro mancino, Julian ha comunque un forte legame con la madre, che riemerge quando lei arriva in città, intenzionata a scoprire cosa abbia portato alla morte Billy (Tom Burke), suo figlio primogenito, a cui sembra fosse molto più attaccata di Julian.
Dietro alla morte di Billy c'è un poliziotto thailandese in pensione (Vithaya Pansringarm) che sembra aver manie da vigilante e il deplorevole hobby di cantare canzonette melense in night club.
Julian pensa che Billy ha avuto quello che meritava, sua madre non è per niente d'accordo, seguono una serie di traversie, che porteranno alla rottura (finalmente!) del morboso legame madre/figlio, anche se ad un prezzo molto alto per tutti.

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