Mr. Bean's holiday

Nella featurette presente nei contenuti speciali del DVD si spiega, senza girarci tanto attorno, che alla base della sceneggiatura (*) c'è Le vacanze di Monsieur Hulot (1953). Giusto omaggio al personaggio inventato da Jacques Tati che non è difficile capire sia stato nella mente di Rowan Atkinson e Richard Curtis quando hanno creato Mr. Bean. Come viene spiegato, le vacanze di Bean sono una specie di negativo (**) di quelle di Hulot. Se nel film di Tati il viaggio di Hulot porta via poco, e tutta l'azione si svolge sulla spiaggia, qui solo la scena finale è in riva al mare, tutto succede nel lungo tentativo di Bean di raggiungere la sua agognata meta.

Mr. Bean (Atkinson) lascia la sua bigia e piovosa Londra per passare una settimana nell'assolata Cannes, proprio in occasione del festival - che però a lui non interessa per niente. Come spesso gli accade, il suo piano è semplice, guidato da un unico interesse, godersi il mare e il sole, ma la sua totale incapacità di relazionarsi con chicchessia e di complicare le cose più semplici, il tutto aiutato da un destino beffardo che sembra accanirsi su di lui (***), lo trasforma in una odissea. C'è da dire che la sua scarsa conoscenza del francese non aiuta. Sa infatti una parola, oui, sfrutta la comprensibilità del no inglese, e pensa di sapere come dire grazie, ovvero gracias.

Arrivato a Parigi, perso un TGV per un paio di intoppi minori (°), gustata la raffinata cucina locale sotto l'occhio attento di un perplesso maitre (Jean Rochefort), riesce a far perdere il treno ad un famoso regista russo, il che lo mette di buon umore (°°), almeno fino a quando non si accorge che lo ha separato da suo figlio Stepan (Max Baldry). I due finiscono per legare e unire le loro forze per raggiungere Cannes, il che complica ancora di più le cose, almeno fino a quando arriva Sabine (Emma de Caunes), giovine attrice di belle speranze, che si sta recando a Cannes per far passerella e vedere la prima del film di Carson Clay (Willem Dafoe), in cui ha una minuscola particina che potrebbe però schiuderle la porta del mondo del grande cinema.

Forse è inutile dire che la direzione presa sembra quella della catastrofe assoluta generalizzata eppure, inspiegabilmente, un finale tocco di imbecillità del nostro, che sembrerebbe destinato a far precipitare completamente la situazione causando una serie di sciagure impressionanti, riesce invece a salvare la giornata di ognuno.

Finale con tutti quanti che cantano a squarciagola La mer di Charles Trenet.

(*) Di Simon McBurney, Hamish McColl e Robin Driscoll.
(**) In senso fotografico.
(***) E su chi ha la (s)ventura di incrociare il suo percorso.
(°) Per una curiosa coincidenza il taxi lo porta a La Défense invece che in stazione.
(°°) A volte Mr. Bean riesce ad essere davvero una carogna.

2 commenti:

  1. L'ho recuperato un pomeriggio in tv.
    Mi ha fatto piacere rivedere la classica comicità inglese di Mr. Bean. E' stato un buon passatempo.

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    1. A chi piace il genere consiglierei la visione del DVD, tra i contenuti speciali c'è anche una lunga serie di scene che sono state tagliate per questioni di equilibrio nei tempi, ma sono comunque spassose. Ad esempio è un peccato che il riassunto del viaggio, fatto da Bean all'autogrill a Stepan e amici in una lingua inesistente non sia rimasto nel film.

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