Closer

Dramma sentimentale molto britannico e di robusto impianto teatrale, basato su una piece convertita in sceneggiatura dall'autore stesso, Patrick Marber. Buona la regia di Mike Nichols.

Si indaga sui sentimenti dei quattro protagonisti, seguendo le circonvoluzioni delle loro storie personali.

Jude Law, bravo come al solito, interpreta un idiota (come conferma esplicitamente il personaggio stesso) che essendo prima legato ad una splendida Natalie Portman, averla mollata per Julia Roberts, mollata di nuovo la Roberts, tornato con la Portman, fattasela scappare una seconda volta, finisce per essere il principale perdente del film.

Nonostante le apparenze, non è che vada particolarmente bene neanche all'ottimo Clive Owen, dermatologo che aggancia fortunosamente la Roberts, se ne innamora profondamente - anche se non riesce a resistere alle attrazioni esterne - viene scaricato, ha un one night stand con la Portman, non la capisce, forse sarebbero stati un'ottima coppia, in compenso capisce benissimo la Roberts e, giocando con la sua psicologia, riesce a farla tornare con lui. Ma nel finale si intuisce che la Roberts non è che sia così soddisfatta.

La Portman è nei (succinti) panni di una ragazzetta americana piuttosto instabile, piomba a Londra da New York, ha il classico problema dei non inglesi a Londra - attraversa una strada guardando dalla parte sbagliata e viene travolta da un taxi. Colpo di fulmine con Law, che però la scaricherà per la Roberts. Nel finale sarà lei a scaricare lui e tornarsene a NY, cambiata. Scopriamo solo negli ultimi minuti che in tutto il film era stata sincera solo con Owen.

La Roberts m'è sembrata la meno in palla del cast - comunque è sempre una brava attrice, nonché bella donna, e dunque non è che dispiaccia. Americana anche lei, evidentemente, ma stanziale a Londra, divorziata, incontra Law che sta già con la Portman, lui cerca di concludere con lei, ma lei gli dà, giustamente, del dodicenne. Sposa Owen, lo molla, si mette con Law, lo rimolla per tornare con Owen. Ma nel finale la vediamo inquieta.

La prima ora è volata via, poi l'azione si è un po' rallentata, riprendendosi nel finale. Non male la colonna sonora basata fondamentalmente su una canzone di Damien Rice (apre e chiude il film), una serie di estratti da opere liriche (Mozart - Rossini), e un po' di techno per le scene in un club di malaffare (Smack my bitch up dei Prodigy mi è parsa una scelta azzeccata).

2 commenti:

  1. L'ho visto proprio ieri, e devo dire che l'impianto teatrale mi ha impedito di stare attento a tutti i dialoghi, al cinismo, alle giravolte delle coppie. Natalie è comunque sempre un bel vedere, anche senza trucco, anche spogliata, soprattutto se ride immezzo alla strada.

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  2. Beh, sì. Certamente la Portman è uno dei punti forti del film.

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