Blood Story

O meglio, come suonava in originale, Lasciami entrare / Let me in. Titolo che forse non è stato utilizzato per non creare confusione con l'originale svedese del 2008, Låt den rätte komma in, che è stato per l'appunto distribuito in Italia con quel titolo.

La storia ha un paio di agganci con Wall-e, che ho appena rivisto. Il cubo di Rubik e l'inversione dei ruoli. Anche qui infatti il protagonista maschile (Kodi Smit-McPhee) è più a suo agio con la lettura di Romeo e Giulietta che con la gestione della violenza, in cui invece eccelle la prima ragazzina (Chloë Grace Moretz, apparsa nello stesso anno in Kick-ass e Diario di una schiappa, e che mi sembra destinata ad una rapida crescita nello star system). Differenza fondamentale è che nel primo è lei a smussare i suoi angoli, mentre qui mi pare che sia lui ad adattarsi alle abitudini sanguinarie della compagna.

Dal poco che conosco dell'originale, mi pare che si tratti di un semplice adattamento per il mercato americano, sospenderei perciò qualunque giudizio sulla sceneggiatura e regia di Matt Reeves, se non per dire che gli effetti speciali, che fanno sembrare la Moretz una sorta di Gollum quando entra in modalità vampiresca, a mio parere potevano risparmiarceli. Bella invece la colonna sonora di Michael Giacchino.

Per la sua componente horror, questa storia di sangue mi ha fatto pensare a Orphan. La sua parte romantica, invece, mi ha ricordato Harold and Maude. Entrambi i confronti sono purtroppo a svantaggio di questo film.

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