Singles - L'amore è un gioco

Allo spettatore distratto potrebbe sembrare una commedia sentimentale corale come molte altre. Una casa a Seattle all'inizio degli anni novanta, abitata da quasi-trentenni più o meno pronti ad entrare nell'età adulta, il cui problema principale è quello di non riuscire, per un motivo o per l'altro, ad avere una relazione stabile. Seguiamo coppie che si cercano, si formano, si sfasciano fino all'epilogo felice per tutti quanti.

Facendo attenzione ai particolari, si trovano però una messe di cosettine che rendono la visione interessante.

È il secondo film diretto (oltre che scritto) dal poco prolifico Cameron Crowe. Viene tre anni dopo Non per soldi... ma per amore, che pure aveva avuto un buon riscontro, contribuendo al lancio di John Cusack, ai tempi ancora giovane promessa dall'incerto futuro. Come tutti i film di Crowe, la colonna sonora è curatissima. Qui l'enfasi è, ovviamente, sul Seattle sound (aka Grunge), colto proprio nel passaggio dal momento più creativo e alternativo al mainstream più commerciale. E quindi sentiamo i Pearl jam, Alice in chains, TAD, Mudhoney, un po' a coprire tutto lo spettro del fenomeno grunge. Viene dato spazio anche ad altra musica dello stesso periodo, e anche abbastanza affine, come quella degli Smashing pumpkins e dei Pixies, eccetera.

Uno dei personaggi principale è Matt Dillon, nei panni del leader di una band che affossa con la sua incapacità. Oltre a lui, nei Citizen Dick (!) militano Stone Gossard, Eddie Vedder e Jeff Ament, come dire, i Pearl jam! Particolare buffo, vediamo Dillon ad un concerto (dove suonano gli Alice in chains) che viene intervistato da un critico musicale, che poi è lo stesso Crowe. In seguito abbiamo modo di scoprire che l'articolo dice che Dillon è disastroso, ma il resto della band è eccellente.

Altro ruolo principale per Bridget Fonda, che dieci anni dopo mollerà il cinema sposando Danny Elfman. E, guarda un po' la coincidenza, in questo film c'è un divertente cameo di Tim Burton che appare per pochi secondi nei panni di uno scarsissimo regista di videoclip per annunci matrimoniali indicato dalla sua agente come il prossimo Martin Scorsese. E c'è pure Paul Giamatti, che appare in un ruolo minimo (rovina l'appuntamento di una delle coppie protagoniste sbaciucchiando ardentemente la sua partner in un bar).

3 commenti:

  1. Ok, è da culto. Io ci avevo visto le parole single e amore e facevo il romanticone in giro, ma la prima volta non conoscevo proprio tutti i citati, e il grunge è passato, per fortuna.

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    1. Vallo a dire ad una mia collega, che con una frequenza altissima si presenta al lavoro con una T-shirt degli Alice in chains!

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