Prima regia di Cameron Crowe, che in originale ha il più sobrio titolo di Say anything..., ha ottenuto in patria un successo che mi pare superiore ai reali meriti della pellicola, che pure non è male, ma risente, a mio avviso, di una sceneggiatura (sempre di Crowe) che meriterebbe una riscrittura, e una regia ancora un po' acerba.
Come sarà tratto distintivo anche dei successivi film di Crowe, la musica ha un ruolo importante, al punto che l'immagine-simbolo è quella del protagonista (John Cusack, primo ruolo da protagonista in un film di un certo peso) che tiene sollevato uno di quei radioloni molto anni ottanta, da cui viene sparato a tutto volume In your eyes di Peter Gabriel.
La storia è quella di una coppia anomala di giovinastri, colti al momento del diploma. Lei (Ione Skye) ha puntato tutto sullo studio, spinto dal padre (John Mahoney) che cerca nella vita della figlia una rivincita per la propria. Lui (Cusack) non sa bene che fare, il padre è un militare di stanza in Europa, e vorrebbe che il figlio seguisse le proprie orme, ma è una carriera che non fa per lui, e pensa invece di dedicarsi alla kickboxing (attività di cui vediamo qualche sequenza). Non si sa bene come mai, lui si innamora di lei, lei non sembra molto convinta, anche perché vince una borsa di studio per una università londinese, e deve partire nel giro di poche settimane. Il padre, evidentemente, non vede di buon occhio il pretendente della figlia, e succedono altre cosette che complicano ulteriormente la situazione.
Ma niente paura, è una commedia, tutto andrà a posto prima dei titoli di coda.
Nessun commento:
Posta un commento