La grande bellezza

Sì, va bene, in un film ambientato a Roma evitare il riferimento a Federico Fellini è praticamente impossibile, La dolce Vita, I vitelloni, Roma, 8 1/2 (e altri, sicuramente) sono proprio dietro l'angolo. E, visto che si parla dei salotti romani, non si può nemmeno dimenticare La terrazza di Ettore Scola.

Ma diamo retta a Paolo Sorrentino, che il film lo ha pensato, scritto (con l'aiuto di Umberto Contarello) e diretto. C'è dell'altro, ed è quest'altro che dobbiamo cercare, se non vogliamo fermarci alla superficie.

Lui ci dà un indizio, la citazione sui titoli di testa dal Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline, e un riferimento ripetuto all'idea di Flaubert di fare un romanzo che non abbia nulla da dire, sia solo basato sulla sua capacità espressiva. Già questo ci dovrebbe dare l'idea del protagonista. Come Céline e il suo alter ego protagonista del romanzo si tratterà di una persona di grande cultura, ma con un ancor più grande buco nell'anima.

Infatti la storia è narrata in soggettiva da Jep Gambardella (Toni Servillo) che una quarantina di anni fa era un giovanotto di belle speranze alla conquista di Roma, anche se già allora aveva qualcosa che lo angustiava. Dice infatti che quello che voleva era la capacità di distruggere le feste. Qualcosa lo aveva ferito, qualcosa da cui non si è più saputo riprendere.

Lo vediamo festeggiare i suoi sessantacinque anni con una festa elegante (nel senso spregiativo che ha recentemente assunto questo aggettivo) in una centralissima terrazza sul Tevere. Possiamo assumere che raggiunto il suo scopo, ma deve aver scoperto che era un obiettivo scemo, che non gli è servito a nulla.

Ha abbandonato la carriera di scrittore, per passare al giornalismo, qualcosa di mezzo tra la critica culturale e il pettegolezzo fine a se stesso. Più facile, più redditizia, più adeguata al suo scopo. Ma non gli ha lasciato niente.

Avrebbe molti amici, di cui però non ha una grande opinione o, forse ancora peggio, non ha nemmeno più voglia di avere un opinione. Si dedica distrattamente a quello che sembra il suo migliore amico (Carlo Verdone), per cui ha anche un minimo sussulto quando questo (finalmente) realizza che Roma non fa per lui e decide di tornarsene al suo paese nativo. Ma anche questa reazione svanisce in pochi secondi.

Ha avuto molte donne, e non fa fatica a portarsi a letto una bella e ricca milanese (Isabella Ferrari) appena conosciuta. Ma non riesce più a provare nemmeno interesse alla cosa, al punto da annoiarsene rapidamente e andarsene all'inglese.

Conosce una greve, a suo modo sincera, spogliarellista non più giovane (Sabrina Ferilli) con cui sembra stabilire una amicizia degna di questo nome. Ma anche lei esce di scena improvvisamente, lasciandolo più sorpreso che sconvolto.

Ha modo di incontrare una fauna variegata, trattata sempre con un cinismo che sembra voglia distruggere tutto e tutti. Vedasi l'episodio della bambina-artista, costretta dai genitori a produrre arte ad uso e consumo dei possibili clienti mentre lei vorrebbe semplicemente giocare con i figli del gallerista (che poi è Lillo Petrolo). La bambina è disperata, e la spogliarellista se ne accorge (sembra essere l'unica che ci faccia caso) ma lui glissa affermando che guadagna milioni.

Forte con gli umili, punzecchia anche il Cardinal Bellucci (Roberto Herlitzka), che meriterebbe ben di peggio, ma a cui poi offre le sue scuse.

Non mancano i momenti di grande bellezza, per un secondo vediamo anche Fanny Ardant, che non dice una parola, ma basta un suo mezzo sorriso a illuminare una nottata.

Ma il lungo percorso di Jep sembra quello dei trenini delle sue feste, non porta da nessuna parte. Ogni strada che prende finisce in un vicolo cieco. Così alla fine scopriamo che il vero grande amore della sua vita, era una ragazzetta come mille che diceva e faceva cose scontate, che ha finito per sposare un altro di cui non era innamorata, e costui, giunto il momento del distacco, ci ha messo pochi giorni per dimenticarla.

E la sua decisione di tornare a scrivere un libro, che potevamo pensare salvifica, non è altro che un ennesimo trucco, l'ennesimo paravento che nasconde il nulla.

Un personaggio così mi pare lontano mille miglia dai modelli felliniani, che sono sempre in bilico tra furfanteria e almeno un briciolo di buon cuore. E' più in linea con certi personaggi disillusi della letteratura francese. In particolare a me ha fatto pensare ad un Bel Ami invecchiato. E mi chiedo se sia un caso che Guy de Maupassant abbia scritto anche L'inutile bellezza.

Doctor Who - Stagione 6 / Finale e speciale

Sempre più complicata la faccenda dello speciale natalizio. Per la produzione BBC quello del 2011 è l'episodio zero della stagione 2012. Per la distribuzione su DVD si tratta di una puntata indipendente che non appartiene a nessuna stagione. A me è venuto bene per ragioni logistiche abbinarne la visione al finale della sesta stagione, e la cosa funziona bene.

The Wedding of River Song - Il matrimonio di River Song

L'undicesimo Dottore (Matt Smith) deve morire. Non "semplicemente" reincarnarsi nella sua dodicesima versione, ma terminare definitivamente la sua esistenza. Il tempo, le cinque (e due minuti) della sera del 22 Aprile 2011, e il luogo, il Lago Silencio nello Utah (che non esiste nel nostro universo, sono andato a controllare), sono diventati uno di quei punti fissi immutabili che non si può far nulla per evitare.

E se una, prendiamo ad esempio River Song (Alex Kingston), fosse così deviata mentalmente e innamorata del Dottore da fregarsene delle regole dell'Universo che succederebbe mai? Qualcosa al limite dell'indescrivibile.

L'episodio infatti inizia che il tempo ha smesso di esistere, o meglio esiste tutto insieme, o per meglio dire, l'imperatore romano corrente è Wiston Churchill e nel cielo di Londra volano pterodattili come se fossero piccioni. Ma questo è il meno, perché anche questo strano tempo è destinato ad esaurirsi rapidamente, lasciando spazio al nulla.

Il Dottore dovrà dunque trovare il modo di ristabilire il tempo normale, in modo da poter morire, anche se vorrebbe evitare di lasciarci davvero le penne. Sembrerebbe impossibile, ma le meraviglie di una tecnologia aliena a cui si è accennato in un episodio non lontano potrebbero tornare utili.

En passant succederà quanto indicato dal titolo dell'episodio, una breve ma commovente cerimonia in cui i genitori, apparentemente più giovani e con scarsa memoria di aver generato cotanta figlia, acconsentiranno all'unione.

The Doctor, The widow and The wardrobe - Il Dottore, la vedova e l'armadio

Il Dottore è riuscito a evitare quello che sembrava inevitabile, ma ora deve, per usare le sue parole, volare basso. Lo vediamo quindi in apertura di questo episodio natalizio distruggere una gigantesca ed inquietante astronave spaziale armata di tutto punto che stava puntando verso la Terra.

In seguito a ciò, piomba sul nostro pianeta nel 1938 con la sola protezione di una tuta da astronauta indossata malamente. Per sua fortuna Madge, una gentile, anche se un po' svagata, locale (Claire Skinner) lo aiuta a tornare nel TARDIS. Passa qualche anno, e Madge si ricorda del suo strano incontro, e pensa qualcosa come "ah, se quello strano tipo potesse ora darmi una mano!"

L'aiuto che il Dottore dà è sempre qualcosa di discutibile, capita così che Madge (che ha appena perso il marito in guerra), e i suoi due figlioletti, finiscano su uno strano pianeta popolato esclusivamente da alberi di Natale, in cui sta accadendo una gigantesca catastrofe. Fra parentesi, il titolo dell'episodio è una citazione esplicita di Il leone, la strega e l'armadio di C.S.Lewis, ovvero de Le cronache di Narnia, ma il collegamento si limita al portale che connette al pianeta innevato e ben poco altro.

Doctor Who - Stagione 6 / Addii

Come già successe al decimo dottore (David Tennant), vedi gli speciali tra la quarta e la quinta stagione, ora tocca all'undicesimo (Matt Smith) a prepararsi alla sua dipartita. Fortuna che io vengo dal futuro e so già che nella settima (doppia) stagione a dottoreggiare è sempre l'undicesimo, e dunque succederà qualche inghippo che farà sì che il traumatico evento del primo episodio di stagione verrà in qualche modo superato.

Ma il Dottore ancora non lo sa.

The god complex - Il complesso di dio

Il Dottore sta portando a spasso sul TARDIS Amy (Karen Gillan) e Rory (Arthur Darvill) quando vengono misteriosamente attratti in una replica di un inquietante albergo terrestre del secolo scorso, che mi ha fatto pensare a Shining di Kubrick, e dunque a Barton Fink dei Coen, e dunque a Four rooms di Tarantino.

Altro evidente riferimento è il Minotauro, sia perché il "cattivo" lo ricorda da vicino, sia per la struttura labirintica dell'albergo.

Nonostante gli sforzi del Dottore, gran parte dei personaggi fanno rapidamente una brutta fine, anche perché il Dottore non capisce cosa sta succedendo e propone come soluzione una ricetta sbagliata. Solo ormai verso la fine scopre l'arcano e bisogna dire a sua discolpa che è disposto anche a colpire duramente il suo amor proprio (che sappiamo essere imponente) per salvare la baracca.

Interessanti alcuni dettagli:
- Il Minotauro è caratterizzato come un serial killer che, come tale, cerca qualcuno che metta fine alla sua carriera.
- Si accenna ancora una volta all'ambivalenza del carattere del Dottore, indicando come dopo tutto non ci sia una gran differenza tra lui e il Minotauro.
- Ad avere il complesso di dio sarebbe proprio il Dottore che, come spesso gli accade, pensa sempre di essere il centro dell'azione.
- Tra i personaggi minori c'è una infermiera (Amara Karan) così sveglia da far pensare al Dottore di scaricare Amy (e non si capisce bene se scherzi o meno).
- Un altro personaggio minore è un alieno di una razza codarda, il cui pianeta è noto per essere stato invaso da praticamente tutte le altre civiltà.

Closing time - Orario di chiusura

E' tempo di chiudere. Nel finale dell'episodio precedente il Dottore ha salutato Amy & Rory, e ora sta viaggiando da solo. Non ha voglia di avventure, sta solo facendo un bilancio del suo passato. Tra l'altro passa a salutare Craig, con cui aveva condiviso un'avventura e l'appartamento. Praticamente senza volerlo i due si trovano catapultati in una nuova storia dove dei Cybermen cercano nuovamente di cybermenizzare la Terra. A fermarli questa volta non saranno tanto le capacità del Dottore quanto quelle di Craig.

Nel finale di puntata assistiamo ai preparativi del Dottore per quella che è stata la prima puntata della stagione.

Doctor Who - Stagione 6 / Incubi

Abbiamo lasciato l'undicesimo Dottore (Matt Smith) sotto l'oscura minaccia di un nuovo tentativo di omicidio da parte della sua amata River Song (Alex Kingston). In attesa che lei si laurei in archeologia (fidatevi, è così che deve essere), l'equipaggio del TARDIS si imbarca in un paio di avventure minori, legate da una ambientazione che m'è sembrata da film di genere anni settanta e da un tema orrorifico di un impianto che direi romantico ottocentesco. Il risultato, in particolare nel primo episodio, non mi è parso dei migliori.

Night terrors - Terrori notturni

Il Dottore riceve una chiamata da un bambino che sul pianeta Terra è apparentemente terrorizzato da tutto e tutti. Nel cercare di risolvere il problema, tutti quanti (Dottore, Amy, Rory, il padre del bimbo, e altri) finiranno in una casa di bambole da incubo in cui rischieranno di restarci per un tempo indefinito.

La soluzione verrà dalla scoperta di cosa davvero terrorizzi il piccoletto, e spiegargli quanto sia infondata.

The girl who waited - La ragazza che ha aspettato

Pensando di far cosa grata ai due ospiti, il Dottore li scarrozza un sul pianeta Apalapucia, che dovrebbe essere molto divertente. Vi capitano però durante una pestilenza, e caso vuole che non solo si separino (Amy resta sola) spazialmente, ma che pure si mettano a seguire sviluppi temporali diveri.

Il Dottore riesce a spedire Rory in soccorso nel giro di pochi minuti (dal loro punto di vista), che risultano essere però decenni da quelli di Amy. C'è un modo per recuperare la Amy appena persa, ma questo pone il dilemma di cosa fare della Amy invecchiata nell'attesa. A un certo punto Rory si troverà ad avere a che fare con le due Amy contemporaneamente. E conoscendo il suo caratterino, ci si può ben immaginare di quanto possa essere stato sulle spine.

Doctor Who - Stagione 6 / Segnali misti

Il doppio episodio precedente, quello dei Doppelgänger, si è concluso con un colpo di scena degno in stile Impero (che colpisce ancora). Anche se a colpire è il misterioso Silenzio che abbiamo visto all'opera nel primo doppio episodio di stagione.

Ora tocca a due episodi, teoricamente singoli, in pratica collegati tra loro, e che si collegano a molti episodi indietro, e ad altri ancora a venire. Il primo dei due è assolutamente imperdibile, ma temo che sia poco comprensibile, e sicuramente meno emozionante, se non ci si è sparati prima un gran quantità di avventure del Dottore e dei suoi associati. Come minimo bisogna aver visto l'episodio doppio della quarta stagione ambientato nel pianeta-biblioteca, il Dottore ai tempi era decimo (David Tennant) e accompagnato da Donna Noble (Catherine Tate), dove compare per la prima volta la vulcanica River Song (Alex Kingston), e tutti i seguenti episodi dove appare nella quinta stagione, il ritorno degli Angeli piangenti, e il doppio episodio finale. Oltre, naturalmente, a tutto quello che è successo nella sesta fino a questo punto.

Giusto quindi il suggerimento di A Gegio film, e tenere bene in mente i meccanismi delle telenovelas, o meglio quelli dei loro antenati, i romanzi di appendice francesi, i feuilleton.

A good man goes to war - Un uomo buono va in guerra

Sono due stagioni che non si capisce bene quale sia la relazione tra l'undicesimo Dottore (Matt Smith) e Amy Pond (Karen Gillan). In particolare, Amy di chi è innamorata? Del fascinoso Dottore, o del più introverso Rory (Arthur Darvill)? Pur avendo sposato il secondo, i dubbi sono legittimi (nel senso che le sceneggiature ci tengono in bilico).

Altro rovello è dato dalla relazione tra River Song (Alex Kingston) e il Dottore. Causa un bizzarro sfasamento temporale, il passato di lei è il futuro di lui, e viceversa. E noi, che seguiamo la linea temporale del Dottore, non sappiamo nulla del passato di lei, se non i pochi indizi che si è fatta sfuggire negli episodi passati.

Ci sarebbero altre cose interessanti da rimarcare, ma preferisco glissare. Fatto è che in questo episodio il tutto verrà chiarito (a meno si sempre possibili colpi di scena futuri, si intende).

Non è chiarissimo chi sia il buon uomo che va alla guerra di cui si parla nel titolo, perché alla guerra ci vanno in due, Rory e il Dottore, e entrambi sono decisamente molto arrabbiati, così arrabbiati che avversari che di solito richiedono una o due puntate per essere sconfitti (i Cybermen) vengono fatti a fettine in un paio di minuti.

Se da una parte c'è il Silenzio con inquietanti alleati (come i monaci senza testa - e non intendo dire che siano sbadati), il Dottore chiede aiuto ad alcuni di coloro che hanno contratto con lui un debito d'onore di quelli difficili da dimenticare.

Il risultato sarà la battaglia di Demons Run, che avrà un esito ambivalente.

Let's kill Hitler - Uccidiamo Hitler

Il Silenzio trama in silenzio (che altro ci si poteva aspettare). Amy e Rory da una parte, e il Dottore per conto suo, cercano Melody, figlia di Amy (e Rory, ma un dubbio ci viene lasciato, che non è possibile risolvere nemmeno con il test del DNA), rapita per farla diventare un arma finale contro il Dottore. Mel, amica di infanzia di Amy e Rory, causa un mezzo disastro e fa in modo che il TARDIS, pur danneggiato, piombi nell'ufficio di Hitler nel 1938, proprio mentre altri tizi che viaggiano nel tempo lo stanno per condannare ad una specie di inferno. Il rovinoso arrivo dei nostri rovina il piano e salva la vita al capo di tutti i nazisti.

Seguono una girandola di eventi che si concludono con un primo tentativo di Dottoricidio da parte di Melody, scampato grazie a un provvidenziale intervento all'ultimo secondo (anzi, tecnicamente eravamo già fuori tempo massimo) di River Song.

In questa puntata cambia la parabola della relazione tra River e il Dottore. Adesso è River ad avere il Dottore nel suo futuro, e il Dottore a cercare di evitare le domande sul passato di lui che ora è lei a non conoscere.

Doctor Who - Stagione 6 / Doppelgänger

Superata la parentesi avventurosa della doppietta di episodi precedenti, si torna a seguire il filo principale della stagione, determinato dal primo episodio doppio che l'ha inaugurata.

A dire il vero per gran parte del tempo sembra che si tratti di un'altra avventura a se stante, simile ad altre che altri Dottori avevano avuto in passato (in particolare mi ha fatto pensare a quella del Decimo Dottore quando ha incontrato quell'alieno che si spacciava per Satana), ma poi si evidenzia come faccia parte del disegno complessivo dell'annata.

Uno tsunami solare fa precipitare il TARDIS vicino a una fabbrica futuristica, simile ad un convento medievale, sulla Terra del ventiduesimo secolo.

The rebel flesh - La carne ribelle
The almost people - La quasi gente

Sembra che l'Undicesimo Dottore (Matt Smith) avrebbe voluto farsi questa avventura in solitaria, scaricando Amy (Karen Gillan) e Rory (Arthur Darvill) prima che il ballo cominci, ma una perturbazione solare fa si che tutti e tre, a bordo del TARDIS, arrivino nella Terra del ventiduesimo secolo a visitare una microbica isoletta dominata da un convento medioevale adattato a centro per l'estrazione di un misterioso acido.

Succede che a quel tempo gli umani delegano (delegeranno?) a dei loro cloni i lavori più rischiosi. Questi sono controllati dagli umani, e sono creati da una strana plastica senziente che ne sa più di quello che pensiamo (penseremo) noi. Causa la stessa perturbazione di cui sopra, il contatto cloni-umani va perso, i primi si ribellano, e si creano dinamiche di gruppo piuttosto complicate. Si consideri che anche il Dottore viene clonato, con tutte le complicazioni del caso.

Tra gli umani/cloni hanno un ruolo importante le due donne, Cleaves (Raquel Cassidy), capo della spedizione, che come molte sue colleghe nella serie (mi ha fatto pensare a Adelaide, che era a capo della missione su Marte), e Jennifer (Sarah Smart), la giovane di bottega. Le due si scambiano il ruolo di falco e colomba nei due schieramenti, finché il Dottore e il suo doppio troveranno la soluzione.

La forte critica anticlassista (con gli umani che non riconoscono l'umanità dei cloni, nonostante l'evidenza) viene smorzata da debolezze di sceneggiatura, che rendono un po' tutto il racconto poco lineare.

Doctor Who - Stagione 6 / Intermezzo

Gli episodi 3 e 4 si prendono una pausa dalla complicata struttura che è stata delineata del doppio episodio a inizio di stagione. In pratica si potrebbero saltare tranquillamente e la comprensione dell'annata credo che non ne risentirebbe. Ma sarebbe un peccato, almeno nel caso del quarto, visto che è firmato nientemeno da Neil Gaiman, e basterebbe questo per renderlo imperdibile, ma c'è molto di più, essendo centrato sulla figura del TARDIS che gode finalmente dell'attenzione che merita. Il terzo, invece (firmato da Steve Thompson), mi pare meno riuscito, sembra quasi il pilot per un possibile spin-off che però, per quanto ne so, non è decollato.

The curse of the black spot - La maledizione della macchia nera

Come lascia capire il titolo, siamo alle prese con una rielaborazione in salsa whoviana del tipico canovaccio di un film di pirati. L'undicesimo Dottore (Matt Smith), Amy (Karen Gillan) e Rory (Arthur Darvill), seguendo un segnale di allarme, arrivano in una nave alla deriva al tempo dei pirati. La ciurma, capitanata con fiero cipiglio da Henry Avery (Hugh Bonneville), subisce perdite continue da parte di quella che sembra una sirena (Lily Cole) che marca con una macchia nera chiunque subisce la minima ferita, e alla prima occasione buona lo fa sparire.

Eventi complicati fanno sì che al capitano sia offerta una possibilità di redimere l'aridità del suo cuore (che gli aveva fatto preferire la pirateria alle cure della famiglia), dando in cambio la disponibilità a diventare una specie di Olandese volante galattico.

The Doctor's wife - La moglie del Dottore

Altra richiesta di aiuto, questa volta addirittura da un altro Signore del Tempo, e il TARDIS con tutto il suo equipaggio si fionda su inesplicabile pianetino che si trova fuori dall'universo. Si tratta di una trappola ordita dal pianetino stesso (che in originale ha la voce di Michael Sheen), che campa mangiandosi TARDIS. Di umani e Signori del Tempo non sa che farsene, ne tiene alcuni per divertirsi, gli altri gli uccide a seconda del suo capriccio. Sfortunatamente per lui, la procedura per mangiarsi un TARDIS è piuttosto complicata, ne deve prendere la parte senziente, spararla in un altro essere vivente, per aver accesso libero TARDIS in sé. Questo impiccio causa che una umana, tale Idris (Suranne Jones, che direi abbia affrontato la parte pensando a come avrebbe interpretato questo ruolo Helena Bonham Carter, in ogni caso il risultato è eccellente), ci permetta di sentire la versione del TARDIS su tutto il ciclo.

I duetti tra Idris e il Dottore oscillano tra lo spassoso, il rivelatore, e il drammatico. Gaiman spiega esplicitamente alcuni dettagli sul rapporto tra i due a cui a volte si era accennato in passato, ma mai erano stati chiariti e inquadrati così nettamente.

Ghostbusters - Acchiappafantasmi

Vedendolo oggi, è comprensibile che si possa non apprezzare questo strano incrocio tra commedia da college e blockbuster dagli effetti speciali mirabolanti (per quei tempi). Ai tempi, invece, è piaciuto un po' a tutti. Tra i non molti detrattori, il sottoscritto.

Sarà stata la direzione di Ivan Reitman, regista che non ho mai apprezzato e di cui penso che il suo più importante contributo al mondo nel cinema sia l'aver generato il figlio Jason, sarà che penso che Dan Aykroyd abbia dato il meglio di sé grazie al concorso di John Landis e John Belushi (l'accenno è ai Blues brothers, ovviamente), e che le sue innegabili qualità comiche (vedi Saturday Night Live) non bastino da sole a giustificare una sceneggiatura, o sarà anche che il cast (con Bill Murray e Sigourney Weaver oltre allo stesso Aykroyd) non è che mi impressioni più di tanto. Fatto è che non ho trovato un granché divertente il risultato trentanni fa, e nemmeno adesso.

A parte la scesa in campo del mostro finale contro cui i nostri eroi si devono scontrare per salvare Manhattan dalla catastrofe, e alcune battute sparse, non è che salverei molto altro dalla pellicola.

La storia è presto detta, tre tizi campano di sussidi pubblici facendo studi pseudo scientifici destituiti di ogni fondamento. Fortuna vuole che vengano scoperti e cacciati, spingendoli a tuffarsi nel libero mercato, dove, ragione vuole, sarebbero destinati ad affogare rapidamente. Entra in scena invece l'aspetto fantascientifico, grazie al quale le loro assurde competenze diventano incomprensibilmente utili a salvare New York da un assalto di forze ultraterrene.

Mosse vincenti

Un mediocre avvocato (Paul Giamatti) a cui evidentemente non piace molto il suo lavoro, sta lentamente ma inesorabilmente precipitando nel baratro della povertà. Ha due figlie piccole, che occupano la moglie (Amy Ryan) a tempo pieno, e una agenda di clienti che si va sempre più assottigliando.

In teoria avrebbe un hobby che servirebbe a distoglierlo dai problemi, allena infatti una squadra giovanile di lotta libera che però sembra abbonata alla sconfitta perenne (anche se si favoleggia di un mitologico passato in cui le cose non andavano così male).

Ha anche un paio di amici, il commercialista vicino di ufficio (Jeffrey Tambor, che sembra imitare l'aquila calva del Muppet show) che gli fa anche da secondo allenatore, pur non sapendo niente di lotta, e un amico di infanzia (Bobby Cannavale) che nonostante sia alle prese con un divorzio è il più spensierato del gruppo (forse per assenza di materia grigia).

Il quadretto vagamente deprimente è perturbato da una idea (presunta) geniale dell'avvocato. Comportarsi in maniera sporca con Leo Poplar (Burt Young), uno dei suoi rari clienti, intascando così un bel assegno mensile di millecinquecento dollari. Si può immaginare cosa lo abbia spinto a quella che è probabilmente la più grossa trasgressione della sua vita, Leo è solo al mondo ed è facile convincersi che il danno che gli causa non sia poi tanto grosso, dopotutto.

Il problema è che Mr.Poplar ha una figlia (Melanie Lynskey), e a sua volta lei ha un figlio, Kyle (Alex Shaffer), che viene in città per conoscere il nonno, e cercare un riferimento nella sua vita. Colpo di scena aggiuntivo, Kyle è anche un bravo lottatore.

A questo punto manca solo che anche la madre di Kyle (e figlia di Leo) entri in azione per avere il povero avvocato al centro di una serie di tensioni contrastanti. Lo spettatore però non si preoccupi troppo, è una commedia, e dunque tutti usciranno vincitori (Win win è il titolo originale), ognuno a proprio modo.

Scritto e diretto da Thomas McCarthy (è nel terzetto che ha scritto Up, questo è il suo terzo film completamente suo), è divertente, ben fatto, e con un finale decisamente fuori dagli schemi produttivi d'oltreoceano. Peccato per il personaggio di Kyle, calato un po' troppo come deus ex machina nella sceneggiatura.

La regola del silenzio - The company you keep

Il pregio principale del film mi pare sia quello di parlare di un aspetto ben poco noto della storia americana recente. Almeno, io non avevo idea del fatto che anche negli USA sia esistito negli anni settanta qualcosa di paragonabile ai gruppi terroristi di ispirazione comunista che abbiamo avuto in quel periodo in Europa, cose come la tedesca Rote Armee Fraction, le Brigate Rosse italiane, la Action Directe francese.

La Weather Underground americana poteva contare su meno persone, e direi che è stata meno virulenta. Da quel che ho visto in rete, mi pare di aver capito che i fatti di sangue siano stati molto ridotti, il principale sarebbe l'uccisione di due poliziotti in seguito ad una rapina fallita, avvenuta inoltre quando ormai la banda si era già ufficiosamente disciolta.

Se non se ne sa molto, mi sembra che sia anche perché gli americani non ne parlino volentieri. Si noti che questo film, nonostante la parata di stelle, non ha avuto una ampia distribuzione in patria, finendo per fare due terzi dell'incasso all'estero. Fra l'altro è stato distribuito prima in Italia che in America, caso decisamente raro.

La regia (Robert Redford) è basata su di una sceneggiatura (Lem Dobbs) tratta da un romanzo (Neil Gordon) che non segue praticamente nulla dei fatti reali, ma crea una storia che ne potrebbe essere verosimilmente correlata. Siamo ai giorni nostri, una ex associata al gruppo (Susan Sarandon) non ne può più della clandestinità e decide che sia tempo di farsi un po' di galera. Un giornalista locale (Shia LaBeouf) fiuta la possibilità di farsi un nome e, usando metodi ben poco ortodossi, riesce a scoprire che un avvocato poco appariscente, vagamente legato ai fatti (Robert Redford), è in realtà un pesce grosso del gruppo sotto falso nome. Nonostante i dubbi del suo capo (Stanley Tucci), il giornalista si butta a peso morto nell'indagine, tra l'altro usando in maniera poco elegante le soffiate di una sua ex (Anna Kendrick) che ora lavora per l'FBI, e che ha per capo (Terrence Howard) proprio colui che segue il caso.

L'avvocato riesce a sfuggire all'arresto, lascia la figlia undicenne al fratello (Chris Cooper), e parte alla ricerca della sua ex (Julie Christie) l'unica che potrebbe togliergli le castagne dal fuoco. Un suo vecchio amico (Nick Nolte) lo metterà sulla strada giusta, che passa per un professore universitario pacifista (Richard Jenkins) che ancora è arrabbiato con i dissidenti estremisti, ma che gli trova il contatto giusto (Sam Elliott).

Giornalista e avvocato arriveranno quasi assieme al nodo centrale dell'azione, rappresentato dal poliziotto che per primo indagò sulla tragica rapina (Brendan Gleeson) e sua figlia (Brit Marling).

Il film dovrebbe essere evitato da chi pensa che un ultrasettantenne possa essere il protagonista credibile di un film d'azione. Nel caso ci si rivolga a prodotti come i mercenari di Stallone. Qui, invece, come è ragionevole aspettarsi, al fuggitivo viene un mezzo accidente al sol vedere un poliziotto, anche se questi non ha niente a che vedere col suo caso, e quando viene costretto a correre, dopo poco resta senza fiato.

Il rosso e il blu

Il confronto con Detachment e Monsieur Lazhar mi dice che forse Giuseppe Piccioni (regista e co-sceneggiatore) avrebbe fatto meglio a focalizzare maggiormente il racconto, magari trascurando qualcuna delle molte trame secondarie.

Credo che al carattere dispersivo del film abbia contribuito la fonte originaria, il libro omonimo di Marco Lodoli, che è strutturato come una raccolta di quadretti autoconclusivi. La profonda rielaborazione del materiale ha mantenuto, probabilmente intenzionalmente, una struttura sbarazzina che, se ha il pregio di far scorrere i canonici cento minuti con gran scioltezza, mi ha anche lasciato una certa insoddisfazione quando, scorsi i titoli di coda, mi sono chiesto quale fosse il succo della storia.

La storia è ambientata in una scuola superiore romana, e dà spazio in particolare a tre personaggi, la preside dell'istituto (Margherita Buy), un giovin supplente d'italiano (Riccardo Scamarcio), un vecchio insegnante di storia dell'arte (Roberto Herlitzka). Ognuno dei tre ha un proprio metodo per affrontare lo sfacelo delle scuola italiana, e ognuno sembra molto convinto delle proprie ragioni. Però finiranno tutti e tre per cambiare idea, almeno parzialmente.

Sia per le battute, sia per l'interpretazione è la parte di Roberto Herlitzka che domina sulle altre, ed è un peccato che non abbia avuto maggiore spazio. Ad esempio, il tempo dedicato al marito della preside (Gene Gnocchi) m'è sembrato del tutto inutile, sarebbero bastate un paio di battute all'interno di un qualche dialogo per chiarire che la Buy era sposata senza gran trasporto.

Bella la colonna sonora, anche se, come la narrazione, patisce un po' il fatto che ad ogni brano non viene lasciato il modo di essere gustato appieno. Qui il paragone mi è venuto con Nella casa di Ozon, che del resto è anche in un certo moto attinente come soggetto, dove il rapporto con la musica è stato progettato con più cura.

I brani originali sono firmati da Ratchev & Carratello, integrati da brani classici (associati al personaggio di Herlitzka), e da almeno un paio di composizioni di Ludovico Einaudi.

Doctor Who - Stagione 6 / Silenzio

Causa la bizzarra distribuzione italiana, ho considerato lo speciale di Natale 2010 come appartenente alla stagione 5, e non come numero zero della sesta, come invece vuole la tradizione. Parto quindi con il primo vero episodio, anzi, con il primo doppio episodio. Segui il link per vedere quello che ha da dire A Gegio film sulla stessa doppietta. Piuttosto anomala, semina una enorme quantità di elementi oscuri che lasciano presagire sviluppi complicatissimi e altrettanto drammatici. Altra anomalia, è basato negli USA. Non è la prima volta che succede (vedasi ad esempio il Daleks in Manhattan della terza stagione), ma qui mi sembra che si sia fatto il tentativo di avvicinarsi al gusto americano. I cattivi (il Silenzio), sono brutti, antipatici, crudeli. Così cattivi che neanche il Dottore (sempre l'undicesimo, Matt Smith, che finalmente ha superato le mie perplessità) riesce ad essere simpatetico nei loro confronti. Se ho capito bene, il Silenzio sarebbe addirittura stato il responsabile di quel impiccio catastrofico accaduto nel finale di quinta, quando praticamente tutto l'universo si è coalizzato contro il Dottore. Le cose si chiariranno nel seguito di stagione, immagino.

The impossible astronaut - L'astronauta impossibile

Amy (Karen Gillan) e Rory (Arthur Darvill) ricevono una lettera anonima (ma riconoscibile come dottoresca) che chiede loro di recarsi nel bel mezzo del nulla nello Utah. Lo stesso succede a River Song (Alex Kingston) che evade nuovamente dalla sua prigione per non perdersi l'appuntamento. A scrivere è stato, ovviamente, il Dottore, lo stesso che conosciamo noi (e loro) ma di un paio di secoli più anziano dell'ultima volta che l'avevamo visto. A noi sembra identico, ma fidiamoci.

Il Dottore "vecchio" li ha convocati per assistere alla sua esecuzione da parte di qualcuno vestito da astronauta anni settanta (anzi, 1969, l'anno di Apollo 11 e dello sbarco sulla Luna) e per prendersi carico del relativo rito funebre. Come hanno finito, incontrano di nuovo il Dottore, ma quello dell'età giusta, novecento e rotti, che non sa chi l'abbia convocato e perché. Per il solito impiccio degli spoiler sulla propria vita futura che pare proprio non vadano rivelati, non gli spiegano i dettagli, ma seguono comunque l'indicazione del Dottore senior, che li aveva invitati ad indagare al tempo della missione Apollo sopra citata.

Via TARDIS, il mesto quartetto, si fionda niente meno che nell'Ufficio Ovale dove il Presidente americano di quel momento, Richar Nixon, sta discutendo di uno strano caso con un ex agente dell'FBI (Mark Sheppard - il personaggio era presente anche nella scena precedente, ma interpretato da William Morgan Sheppard, padre di Mark nella vita reale). Superata la sorpresa, si uniscono le forze contro una minaccia che non è ancora ben chiaro quale sia, ma che si palesa rapidamente in una inquietante comunità (il Silenzio, per l'appunto) che direi aliena se non fosse che pare sia sulla Terra da sempre. Nessuno ne sa nulla perché hanno la caratteristica di essere dimenticabili. Nel senso stretto del termine. Come si smette di guardarli, spariscono dalla memoria.

Day of the Moon - Il giorno della Luna

Come si può combattere un avversario che usa la nostra impossibilità di ricordare? Semplice, basta prendere ispirazione da Memento di Nolan. E magari usare qualche tecnica psicologica per creare una opportuna associazione tra l'immagine e azione. Insomma, inutile disperarsi, il Dottore riuscirà a trovare una insperata via di uscita.

Il ribaltamento sarà tale che i Silenti, che facevano tanto gli sfrontati all'inizio, si troveranno ad essere costretti a temere per la loro sopravvivenza. Bizzarri personaggi, fra l'altro. Vediamo quello che probabilmente è un loro "nido", che ricorda molto quelli degli Alien di Ridley Scott, da adulti vanno in giro vestiti come una caricatura dei Men in black, e hanno una faccia che fa pensare a L'urlo di Munch.

Tra i molti punti lasciati aperti da questo episodio c'è una possibile gravidanza di Amy, una misteriosa bimba spaventata che non si sa bene chi sia, una fugace apparizione di una signora (che pare veramente poco raccomandabile) con una specie di banda su un occhio, e il presagio di una piega sempre più dolorosa per la storia tra Dottore e Dottoressa, nel senso di River Song.

Tutti gli uomini del presidente

Chi è quel pazzo che ha pensato di poter trasformare una noiosissima inchiesta giornalistica, in cui non esplode niente, non ci sono omicidi efferati, e praticamente nemmeno sesso, in un film di successo? Robert Redford. La cosa bella è che ci è pure riuscito, anche se ha ottenuto anche l'effetto collaterale di crearsi una ruggine con una buona fetta di repubblicani americani, visto che si tratta dello scandalo Watergate, quello che finì per costringere Richard Nixon alle dimissioni dal suo secondo mandato presidenziale.

E' stato proprio Redford a comprare i diritti cinematografici del libro scritto dai due giornalisti, Bob Woodward e Carl Bernstein, che quell'indagine hanno condotto nella realtà. Pare addirittura che li abbia spinti a scrivere il libro, avendo già in mente di interpretarne la trasposizione su pellicola quando i fatti stavano ancora svolgendosi.

Il compito impossibile di tradurre l'inchiesta in sceneggiatura è stato assegnato a William Goldman, non certo l'ultimo arrivato, ad esempio sono suoi Butch Cassidy e Il maratoneta, che deve aver penato non poco nell'opera. Fortuna che anche per la regia si è fatta un'ottima scelta, quell'Alan Pakula, che si era fatto conoscere con Una squillo per l'ispettore Klute e farà cose come La scelta di Sophie (secondo Oscar per Meryl Streep).

Se il ruolo di Woodward se l'era tenuto Redford, restava da scegliere a chi fare interpretare Bernstein, e anche qui si è giocato sul velluto, assegnando la parte a Dustin Hoffman.

La storia potrebbe risultare allo spettatore che non abbia conoscenza di quel che accadde in quei tempi, in particolare se non americano, piuttosto difficile da seguire, con tutto quel vorticare di personaggi a noi poco noti, o del tutto ignoti. C'è un trucco che permette di superare agevolmente il problema, ovvero non preoccuparsi troppo dei dettagli e lasciare che la vicenda scorra. Assistiamo così a quello che sembra un reato minore, l'intrusione notturna nella sede del comitato democratico per l'elezione del presidente, e seguiamo prima Woodword, poi anche Bernstein, entrambi giovani cronisti assegnati alla cronaca locale, indagare sugli sviluppi. Lentamente, passo dopo passo, l'affare cresce, fino a diventare materia molto delicata.

Filmicamente, è bello vedere come, grazie all'ottima sceneggiatura, regia e cast, si sia riusciti a creare tensione in scene dove domina la parola, spesso la gente è seduta, e magari al telefono. Dal punto di vista sociologico, possiamo notare come quello che per gli americani è stato reputato sufficiente per far saltare un presidente da noi non riuscirebbe a far decadere un sindaco. E sottolineo che Nixon, pur avendo una lunga serie di difetti, aveva una caratura politica non indifferente. E' anche interessante come documento sul lavoro di giornalista. Sia per notare come il Washington Post pubblichi notizie solo se confermate, sia per come queste venivano raccolte, consumando suole senza risparmio.

Doctor Who - Stagione 5 / Speciale di Natale

Tradizione vuole che nella versione su DVD lo speciale di Natale sia considerato parte della stagione successiva, come episodio zero della raccolta. E' capitato però, causa sostanzioso sconto a cui non sono riuscito a resistere, io mi sia comprato la versione italiana della quinta, e la nostra distribuzione se ne è fatta un baffo della tradizione albionica, inserendo lo speciale come (unico) extra del cofanetto.

Il che giova alla qualità dell'offerta, perché anche questa puntata è di pregevole fattura, entrando a buon diritto nella selezione degli episodi memorabili nella storia del Dottore.

A Christmas carol - Un canto di Natale

L'azione inizia sul ponte di comando di una astronave umana (con un layout tale da farmi pensare all'NCC-1701) sul punto di schiantarsi su di un pianeta a causa delle vorticose turbolenze della sua atmosfera. Due passeggeri irrompono sul ponte, sono Amy (Karen Gillan) e Rory (Arthur Darvill), lei vestita da sexy-poliziotta (come da primo episodio dell'annata), lui da centurione romano (vedasi il doppio episodio finale), meglio non chiedere loro come mai sono vestiti così, basti accennare al fatto che sono in luna di miele.

Come spesso accade, la situazione è disperata, e solo il Dottore (Matt Smith) potrà salvare la baracca. Il pianeta è sotto in controllo di Kazran Sardick, un crudele vegliardo (Michael Gambon!) che usa un bizzarro macchinario per determinare il flusso dei venti. Ma la cosa più bizzarra è che nell'atmosfera di quel pianeta nuotano/volano pesci molto simili a quelli che vivono nei nostri mari.

A Kazran non costerebbe nulla salvare l'astronave, ma per semplice indifferenza non vuole farlo. Tanto, sostiene, prima o poi tutti si deve morire. Il buon dottore, però, intuisce che non si tratta di una persona inerentemente cattiva, e che si può trovare una via di uscita. Il contesto natalizio, e altri dettagli, gli fanno pensare al Canto di Natale di Charles Dickens, e ne inscena una variazione, mettendo in contatto il Kazran oramai vecchio con lui stesso bambino, creando un cambiamento del carattere dell'individuo.

Kazran, da tutti fino a quel momento considerato persona senza cuore, scoprirà di averlo, se pur molto danneggiato da una triste storia d'amore per una bella fanciulla canterina (opportunamente interpretata da Katherine Jenkins, mezzo soprano gallese).

Istruttivo il passaggio in cui il Dottore tenta di dare una spiegazione scientifica al curioso fenomeno che fa sì che il tempo atmosferico venga domato dal macchinario di Kazran. Siccome la sua spiegazione è "corretta" ma spoetizzante viene tacitato da pesci e umani.

Doctor Who - Stagione 5 / Finale

Stagione fiacca, ma con una perla, Vincent e il Dottore, e alcuni buoni episodi, come La scelta di Amy e Il coinquilino. Il finale è eccellente, disegnato per dare un senso compiuto a tutta la stagione. O forse è la stagione che è stata progettata attorno al finale. Viene usata a fondo la capacità del Dottore e dei suoi compagni di avventura di viaggiare nel tempo, creando una folle trama che corre avanti e indietro nei secoli e nei millenni. E, a proposito di rimandi, seguendo il link potete trovare la versione di A Gegio film di questo post.

The Pandorica Opens - La Pandorica si apre

Tutto inizia con Van Gogh che ha un oscuro presagio che vorrebbe comunicare al Dottore. Non può fare altro che creare un quadro e aspettare. A Londra, durante la seconda guerra mondiale, viene ritrovato un ignoto dipinto di Van Gogh. Arriva fino a Churchill che non ne afferra il senso, ma capisce chi sia il destinatario, dunque telefona al Dottore (l'undicesimo, Matt Smith), che però è irraggiungibile. La chiamata viene smistata a River Song (Alex Kingston) che, nell'anno cinquemila e rotti, sta scontando in galera la sua pena per l'omicidio di non si sa chi (come accennato nella storia degli Angeli Piangenti). La quale evade e va a rubare il quadro stesso dal tesoro della corona inglese, quando la regina è ancora la Liz X appena incontrata dal Dottore. Infine, con un astuto stratagemma, River dà un appuntamento al Dottore ai tempi della dominazione romana dell'Inghilterra, dove lo aspetta travestita da Cleopatra.

E questa è la parte più lineare della storia.

Dottore, Amy Pond (Karen Gillan), River Song si mettono alla ricerca della Pandorica, una specie di vaso di Pandora (ma cubico) che dovrebbe essere la chiave dell'inghippo, ma che invece si risolve essere una gigantesca trappola ai danni del Dottore stesso.

Come da aspettative, rientra in gioco Rory (Arthur Darvill), fidanzato di Amy, giusto in tempo per partecipare, suo malgrado, ad uno dei più catastrofici cliffhanger di cui io abbia conoscenza.

The Big Bang - Il Big Bang

Una vorticosa serie di colpi di scena permette al Dottore di raddrizzare la situazione. Sfidando la logica (i paradossi temporali si sprecano) e il senso del ridicolo (il Dottore si innamora di fez), lo vediamo saltare avanti e indietro nel tempo per aggiustare l'aggiustabile. Anche se tutto sarebbe vano senza la capacità di Amy di ricordare e la pazienza di Rory.

Doctor Who - Stagione 5 / Van Gogh

Due episodi di raccordo prima di arrivare al finale della serie, dove si svelerà il mistero della crepa che si vuole mangiare il tutto, e di cui sembrano a conoscenza in molti, ma non il Dottore (e dunque nemmeno noi). A parte questo leit motiv, che qui è solo accennato, le due storie seguono anche l'evoluzione di Amy (Karen Gillan, la compagna di viaggio del Dottore, Matt Smith) che nella puntata precedente si è inconsapevolmente (incolpevolmente) dimenticata di Rory, ma che sembra sia sulla via di ricordarselo.

Vincent and the Doctor - Vincent e il Dottore

Finalmente una storia di quelle che fanno amare la serie, certamente la migliore fino a questo punto della stagione. A dire il vero, la vicenda puramente whoviana non è che sia un granché (mostro solitario, pericolo - questa volta anche limitato - per i terrestri, sconfitto dopo qualche tribolazione), ma quella che è strepitosa è la caratterizzazione di Vincent van Gogh (Tony Curran), niente meno.

Il Dottore sta portando Amy in un tour delle bellezze universali, lei intuisce che ci sia sotto qualcosa, ma non può capire che sia un tentativo di lenire un dolore che non può ricordare. Tra i vari posti, la porta ovviamente a visitare l'imperdibile Musée d'Orsay a Parigi. I due si stanno beando di un evento dedicato a van Gogh quando il Dottore nota che da una finestra della chiesa di Auvers occhieggia un essere non identificato ma piuttosto spaventevole. Fiutando il pericolo, il Dottore decide di fiondarsi sul posto nell'epoca adatta. Per sapere in che giorno andare, chiede consiglio al dottor Black (Bill Nighy!), un critico che sta raccontando ai visitatori la vita e le opere del suo obiettivo.

La sensibilità di Van Gogh è tale da permettere a lui solo di vedere lo strano bestione alieno (un Krafayis, vagamente simile ad un pappagallo) - oltre al Dottore, ma lui bara, facendo ricorso ad un bizzarro macchinario donatogli molto tempo addietro da una madrina a cui non pare particolarmente affezionato - e sarà anche colui che riuscirà a capire, ohimè troppo tardi, i motivi del suo strano comportamento.

Come credo chiunque sappia, van Gogh non è stato compreso in vita, e ci viene mostrato verso la fine della sua vita, ormai convinto di essere un pessimo pittore, incapace di rendere comprensibili le sue emozioni sulla tela. Ci si può figurare la sua reazione quando viene portato ai nostri giorni e gli si fa dire dal dottor Black cosa pensiamo oggi di lui.

The Lodger - Il coinquilino

Meno emozionante della storia precedente, è comunque un buon episodio. Anche qui in mistero fantascientifico corre in secondo piano (una astronave con una tecnologia simile a quella del TARDIS è in panne, e cerca di cavarsela creando problemi ai terrestri) mentre in primo piano c'è una storia d'amore tra un paio di umani ben poco appariscenti (James Corden e Daisy Haggard), che però finiscono per essere la soluzione del problema.

Amy è fuori gioco, intrappolata nel TARDIS disturbato dal suo simile, e il Dottore fa persino più fatica del solito a comportarsi in maniera non troppo eccentrica per gli standard umani.

Da notare che il Dottore deciderà di avere una fusione mentale con Craig (Corden) per risolvere rapidamente un problema. Una pratica piuttosto dolorosa, visto che richiede che i due si prendano a testate.

Doctor Who - Stagione 5 / Siluriani

A cavallo tra il secondo e il terzo DVD, l'episodio numero otto e nove narra di come in un futuro ormai imminente (2020) gli umani avranno un incontro ravvicinato con una bizzarra razza di uomini-lucertole (chiamati Homo Reptilia e Siluriani dal Dottore) che avevano dominato sulla Terra ma poi si sono ritirati in gran profondità, in attesa di tempi migliori.

The hungry Earth - La civiltà sepolta / Cold blood - Sangue freddo

Dopo la Venezia visitata nell'episodio precedente, l'undicesimo Dottore (Matt Smith) avrebbe voluto portare i suoi due passeggeri terrestri, Amy e Rory, a Rio de Janeiro. Il TARDIS invece li porta in Galles, giusto in tempo per assistere al contatto tra umani e Siluriani, causato da una trivella sperimentale che scende fino a 12 km di profondità, disturbando il loro sonno.

Si rischia una guerra planetaria ma alla fine tutto si placa con poche perdite da ambo le parti, e con la decisione siluriana di schiacciare un altro pisolino in attesa di tempi migliori.

Non tra le cose migliori della stagione, ma neanche tra le peggiori. Sono finalmente riuscito ad empatizzare con alcuni personaggi e mi sono persino dispiaciuto di una morte eccellente (anche se, pensando ad alcuni indizi, mi sono persuaso in seguito che si tratti di una di quelle morti da cui c'è ritorno).

So che non ha molto senso fare considerazioni sulla scienza utilizzata nella serie, trattasi infatti di fantascienza soft, che non bada molto alla plausibilità, dove la scienza è usata più come pretesto che come chiave principale di lettura. Ma in questa storia si esagera. Ad esempio, si sposa l'ipotesi della Luna come pianetino indipendente catturato dalla Terra. Niente di male, se non fosse che si dice che questo fatto sarebbe accaduto migliaia di anni fa, il che è impossibile, visto che gli sconvolgimenti geologici relativi avrebbero lasciato tracce che non esistono. Pur non essendoci accordo su come sia nata la Luna, sappiamo quando è nata, poco dopo (alcune decine di milioni di anni, intendo) la nascita del sistema solare, roba come quattro miliardi e mezzo di anni. E' molto probabile che la creazione del sistema Terra-Luna sia cosa di quei tempi.

Più riuscita la parte di studio dei personaggi. Gli umani che incontrano i siluriani sono in pratica una sola famiglia, nonno e compagna (anche se i due all'inizio dell'azione ancora non lo sanno), figlia di lui con relativo marito, figlio dislessico del coppia. Il piccolo riuscirà a trovare una modo di venire a patti con il suo problema; la madre commetterà un errore di quelli giganti, ma sembra che trovi anche lei il modo di superare la cosa; il nonno troverà il modo di dare una nuova collocazione alla sua vita.

Da notare che la compagna del nonno, agirà per un certo periodo come compagna di viaggio del Dottore, dimostrandosi all'altezza del compito.

Nel finale ricompare la crepa spazio-temporale che si vuol mangiare tutto quanto, e verrà rotta la coppia Amy-Rory, in un modo che ricorda la rottura tra il Dottore (era ancora il decimo, David Tennant) e Donna Noble.

Doctor Who - Stagione 5 / Amy e Rory

Secondo DVD, episodi 6 e 7. Sulla falsa riga della prima compagna moderna del Dottore (a quel tempo era il nono, Christopher Eccleston, e poi, eccezionalmente è passata al decimo, David Tennant), Rose Tyler (Billie Piper), anche Amelia "Amy" Pond ha un fidanzato ufficiale, Rory (Arthur Darvill), che fa fatica a reggere il confronto con il competitore da un altro pianeta. Il Dottore (siamo all'undicesimo, Matt Smith) tira le solite frecciatine all'avversario, il quale reagisce come può. Amy oscilla tra i due poli, per niente convinta di dover fare una scelta. In questi due episodi, ormai quasi a metà stagione, il Dottore porta in giro i due piccioncini, non si capisce bene (forse non lo sa nemmeno lui) se con l'intento di cementare l'unione o disfarla.

The vampires of Venice - I vampiri di Venezia

Come regalo di nozze, il Dottore regala ad Amy e Rory un viaggio a Venezia del tardo sedicesimo secolo (ricostruita un po' approssimativamente. A occhio i costumi non mi sono sembrati scelti con molto rigore, però non sono male). Il TARDIS, al solito, fa a modo suo, e li fa finire in una emergenza ignota ai più (o meglio, a tutti). Ovvero quando una nobildonna veneziana, la Signora Rosanna Calvierri (Helen McCrory, Narcissa Malfoy in Harry Potter), trama per distruggere l'intera città. La Calvierri è evidentemente fasulla già a partir dal nome, ma quello è niente se consideriamo che un misterioso campo di forze nasconde la sua vera essenza, quella di un insettone dallo stile di vita marino.

Si accenna nuovamente alla misteriosa crepa che sembra sul punto di causare uno sfracello universale. Si è già mangiata il pianeta della cattiva di turno, ma questo non sembra aver placato il suo appetito.

Non sono rimasto per niente soddisfatto di questo episodio. L'ho trovato poco coinvolgente. In genere si trova il modo di solidarizzare anche con i cattivi, e si finisce per essere dispiaciuti per la loro fine. Qui anche se tutti fossero stati inghiottiti da un buco nero di passaggio non è che avrei avuto da ridire.

Amy's choice - La scelta di Amy

La scarsità dell'episodio precedente è bilanciata dal suo seguito, che mi pare decisamente più riuscito.

Un misterioso Signore dei Sogni (Toby Jones, bravo come al solito), che si fa chiamar così per deridere il Signore del Tempo, si impossessa del TARDIS, e fa saltare i suoi occupanti tra due realtà alternative, entrambe messe in pericolo da una minaccia incombente. I tre dovranno decidere quale delle due sia la realtà reale, e quale la fittizia. La loro morte nella falsa realtà li porterà alla salvezza nell'altra realtà. Se dovessero morire nella realtà reale, beh, sono morti. Semplice, no?

Ma la soluzione all'indovinello in primo piano non è la cosa più importante, bisognerebbe risolvere prima un altro dubbio: chi è che li ha messi in questa situazione, e perché poi?

La vera scelta, infine, è quella di Amy tra i suoi due pretendenti. Rory o il Dottore?

Doctor Who - Stagione 5 / Gli Angeli Piangenti

Primo episodio doppio per l'undicesimo Dottore (un Matt Smith che non riesce a farmi dimenticare il suo predecessore) in cui riappaiono i funesti Angeli Piangenti, visti nell'eccellente episodio Blink - Colpo d'occhio della terza stagione, e la futura moglie del Dottore, River Song (Alex Kingston), a sua volta già vista nel doppio episodio del pianeta-biblioteca nella quarta stagione.

The time of Angels - Il tempo degli Angeli / Flesh and stone - Carne e pietra

Tra il Dottore e sua moglie ci si mette di mezzo, come ci si poteva aspettare, il tempo. Per qualche strano motivo i due si incontrano incasinando le proprie linee temporali e, sapendo che conoscere il futuro rischia di incasinare ancor di più le cose, ognuno nasconde all'altro quello che sa dovrà avvenire (per uno il futuro dell'altro è il suo passato), in un garbuglio che sembra si autoalimenti.

Fatto è che il Dottore, in compagnia di Amelia Pond (Karen Gillan), viene attirato dalla moglie in una caccia ad un astronave, la Byzantium, che finisce su un pianeta, Alfava Metraxis, e più precisamente in un grandioso tempio abbandonato e ora infestato da Angeli Piangenti, alieni mortali che mutano in statue di pietra quando sono visti.

La dottoressa Song agisce in collaborazione (la cosa è un po' complicata) con un battaglione di religiosi comandati da Padre Ottaviano (Iain Glen), che fanno la fine dei dieci piccoli indiani.

Complicazione aggiuntiva, la crepa spazio-temporale che perseguita Amy si fa viva anche qui, e rischia di mangiarsi tutti quanti.

Doctor Who - Stagione 5 / Primi episodi

Esordio sottotono dell'undicesimo Dottore (Matt Smith) che, come dice lui stesso nel primo episodio, non potrà che migliorare. Oltre al Dottore, viene aggiornato un po' tutto, grafica e commento sonoro della sigla inclusi. Persino il TARDIS subisce una specie di rigenerazione che gli dà un aspetto ancor più retrò.

The eleventh hour - L'undicesima ora

Nel 1996, il TARDIS fuori controllo piomba, nel giardino di una casetta nei sobborghi londinesi, dove un'orfanella, Amelia Pond, stava per l'appunto pregando Babbo Natale di far arrivare qualcuno a cui far vedere una crepa nella sua stanza che le pareva preoccupante.

Rifocillato, il Dottore inizia una ispezione e scopre che la crepa (che sarà un tema comune di tutti gli episodi della serie) mette in comunicazione con una prigione di una misteriosa razza aliena (gli Atraxi) a cui è appena scappato il prigioniero Zero.

Il Dottore, però, deve correre nel TARDIS ma dice a Amelia che tornerà in cinque minuti. Cinque minuti suoi, che corrispondono a dodici anni per Amelia, che ora si fa chiamare Amy (Karen Gillan). Il prigioniero Zero, un serpentone mutante, è ancora lì, anche se Amy non se ne è mai accorta, e il ritorno del Dottore fa sì che anche gli Atraxi (chissà se per loro sono passati cinque minuti o dodici anni) lo rintraccino. Per evitare di essere catturato, Zero usa la sua capacità di mutare, e si trasforma tra l'altro in Marcello Magni (!). Gli Atraxi, dal canto loro, seguono la strategia dei Vogon (vedi la Guida galattica per gli autostoppisti), e minacciano di distruggere l'intero pianeta in venti minuti, se Zero non si arrende.

Poco tempo, ma basterà al Dottore per salvare la giornata. Tornati a casa di Amy, la lascia per altri cinque minuti per fare un giro di prova sul TARDIS, e sincerarsi che tutto funzioni prima di lasciar salire la sua nuova compagna. E torna due anni dopo. Nonostante tutto, Amy lo perdona e partono per il loro primo viaggio.

The beast below - La bestia di sotto

Lontano futuro, la Terra è diventata inabitabile e gli umani hanno costruito gigantesche astronavi-nazione che li stanno portando altrove (non specificato). Nell'astronave UK, su cui Dottore e Amy sbarcano, aleggia un mistero che nemmeno la Regina in persona, Liz X, riesce a risolvere. Il Dottore dovrà risolvere un crudele dilemma che sembra portare alla morte di una balenottera spaziale, l'ultima della sua specie, o dell'intera popolazione umana sull'UK. Amy riuscirà a salvare capra e cavoli.

Victory of the Daleks - L'arma di Churchill

Il Dottore viene chiamato da Churchill in persona, nel bel mezzo della battaglia d'Inghilterra. I mai domi Dalek si sono infatti offerti di combattere a fianco degli inglesi senza nessuna apparente contropartita. Questa volta non verranno distrutti dal Dottore, ma da una nuova generazione di Dalek, che fuggiranno per prepararsi ad un nuovo mortale scontro.

Dei tre, quest'ultimo m'è sembrato l'episodio meno riuscito, in alcune parti addirittura noioso. Simpatica l'idea di androide made in Dalek che riesce a far prevalere la sua origine umana.

Oblivion

Come da titolo, dimenticabile. Così dimenticabile che mi sono dimenticato di scriverne al momento della visione. Non che sia brutto. Lo direi piuttosto mancante di un senso ed eccessivamente patinato, quasi come se si trattasse di un gigantesco spot pubblicitario (ma per cosa?).

Molti i riferimenti, più o meno diretti e voluti, ad altri film del genere fantascientifico, da 2001 di Kubrick fino a Moon di Duncan Jones. Meglio guardarsi gli originali.

Futuro prossimo, pianeta Terra semidistrutto in seguito ad un attacco extraterrestre. Seguiamo la storia seguendo la prospettiva di Jack 49 (Tom Cruise), che ha informazioni confuse su quello che sta succedendo. Scopriremo come stanno le cose per davvero seguendo il suo percorso.

Per quel che ne sa lui, è stato assegnato assieme a Victoria (Andrea Riseborough), al supporto di una missione automatizzata che sta suggendo acqua in gran quantità dal nostro pianeta, per portarla su Titano, dove gli umani avrebbero pensato di creare Terra 2, visto che il nostro pianeta non offrirebbe la possibilità di sopravvivere. [Il che è evidentemente assurdo, vista la distanza di Titano dal Sole. Anche in caso di catastrofe apocalittica, considerando la nostra tecnologia corrente e quella che possiamo pensare di avere nel vicino futuro, la nostra migliore scommessa sarebbe adattarci alle nuove condizioni terrestri. O, se proprio fossero indecenti, pensare a Marte.]

Jack sogna spesso una bella donna, Julia (Olga Kurylenko), che pensa sia frutto della sua fantasia, forse causata dal fatto che la sua missione è basata vicino a quel che resta di New York, e che i suoi sogni sono appunto relativi a fatti che sarebbero accaduti proprio lì, in un passato che, per quanto ne sa lui, non è mai accaduto. Figurarsi la sua sorpresa quando incappa in un modulo spaziale umano che si schianta a terra e contiene, tra gli altri, proprio la Julia dei suoi sogni.

Altro polo della storia è Beech (Morgan Freeman), un militare a cui tocca il ruolo di spiegare gran parte di quel che è accaduto davvero.

L'intricata situazione verrà risolta con gran dispendio di esplosioni di varia entità.

La storia originale è stata scritta da Joseph Kosinski, che poi è riuscito a mantenere la regia dell'opera. La colonna sonora, firmata dagli M83, è in linea con la dimenticabilità del film. A risollevarla ci pensano i Led Zeppelin (Ramble on), e i Procol harum (A whiter shade of pale).