I mercenari

C'è qualcosa di buono in questo film, il Grumman Albatross su cui volano i protagonisti, ad esempio. Bell'idrovolante che fa sempre piacere vedere in azione. Oppure la Ducati Desmosedici che porta a spasso Jason Statham, il vice del gruppo. Poi, naturalmente, c'è la collezione di grossi nomi nel cast. Il povero Jet Li nel ruolo del piccoletto buffo; Mickey Rourke l'ex mercenario che ha visto la luce (o meglio, l'oscurità) e si è riconvertito come tatuatore; Bruce Willis agente CIA che sperpera soldi dei contribuenti per azioni insensate; Arnold Schwarzenegger capo di un'altra cordata di mercenari che identifica al volo il lavoro offerto da Willis come una sciocchezza.

Il problema principale è, a mio avviso, Sylvester Stallone. Come protagonista è imbarazzante. Ma anche come regista è pessimo. E anche il suo contributo alla sceneggiatura fa rizzare i capelli. Mi immagino che la produzione abbia avuto la stessa reazione all'idea dell'obbligatorio sequel (dato il ragguardevole incasso di questo episodio). Impossibile togliere Stallone dallo schermo, ma la scrittura e regia è andata al team di The mechanic (noto da noi come Professione assassino). Ben lungi dall'essere memorabili, Simon West alla regia e Richard Wenk alla scrittura, danno almeno una flebile speranza di realizzare qualcosa che non sia una accozzaglia di scene tenute insieme da banalità.

I mercenari del titolo italiano sono una squadra alla A-team che si fa chiamare The expendables, da cui il titolo originale, per il motivo che possono essere usati e gettati senza troppi rimpianti. Nonostante il nome, e il buon senso, nessuno di loro si fa nulla, mentre i loro avversari esplodono praticamente da soli appena possibile. Due le missioni affrontate in questo film, la prima consiste nel distruggere una banda di pirati afro-musulmani, e ha il solo scopo di giustificare l'esclusione dal gruppo di Dolph Lundgren (identificabile come "quello grosso", già Ivan Drago in Rocky 4, un quarto di secolo fa) per futili motivi, dimodoché possa giocare il ruolo del traditore per dispetto nella seconda missione, che poi è quella di assaltare una isoletta del centroamerica stracarica di luoghi comuni, dove un ex-agente CIA diventato narcotrafficante spadroneggia, e la bella figlia del governatore fantoccio guida la revolución.

Solita colonna da film d'azione del nuovo millennio, tutta percussioni e niente arrosto, di cui va ascritta la responsabilità a Brian Tyler.

4 commenti:

  1. Qualocsa mi dice che non vedrai il seguito che sta per uscire nelle sale italiane :D

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  2. Eddai, anche tu sarai cresciuto a Van Damme e Stallone...Da dove nasceva tutta questa curiosità altrimenti. Io ci metto dentro il fantastico team dei mercenari, perché trovarseli tutti lì è qualcosa di straordinario, e ci vorrebbe la stessa cosa per altri film, anche non di genere.

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    1. La mia curiosità era sul battage pubblicitario per il secondo capitolo. Visto il primo, letto qualcosa sul sequel, ho deciso di passare la mano. Se ne riparla all'uscita del DVD, semmai.

      Il dream team di attori/personaggi è una scommessa molto azzardata. Direi che ha funzionato in Invito a cena con delitto, sceneggiatura di Neil Simon, con un cast incredibile che include Peter Sellers, Alec Guinness, Truman Capote, Peter Falk, David Niven (ecc). Ma, appunto, penso che ci voglia una sceneggiatura di ferro.

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