L'erba del vicino è sempre più verde

La sceneggiatura, basata su un pezzo teatrale, non è male ma ha qualche evidente difetto, la colonna sonora è scarsa, come non ci si aspetterebbe dalla regia di Stanley Donen, noto per cose come Singin' in the rain e Sette spose per sette fratelli.

La storia affronta un tema sempre comune, la relazione a corrente alterna tra UK e US (vedi ad esempio Un pesce di nome Wanda), e uno che in tempi recenti è diventato meno frequentato, l'infedeltà coniugale femminile.

Rispetto al secondo, è interessante l'uso del cuculo come riferimento insultante al marito cornuto (in inglese cuckhold, da cuckoo). Il povero uccello è sovraccaricato di significati negativi, per la pazzia vedi Qualcuno volò sul nido del cuculo, che qui viene interpretato in una variante più moderata (il gran nervosismo che a molti ispira il verso del suddetto volatile). C'è una scena in cui il marito cerca di eliminare il fastidioso uccello che sarà ripresa in un episodio della Pantera rosa, Uno sparo nel buio.

Una placidamente felice coppia inglese di aristocratici decaduti (Cary Grant e Deborah Kerr) si vede sconvolgere l'esistenza dall'ingresso nella loro vita di un milionario americano (Robert Mitchum). Questi si prende una cotta a prima vista per la Kerr, che lei ricambia appassionatamente ma con qualche titubanza.

Jean Simmons è una ricca divorziata londinese, amica dei due ed ex di Grant su cui ha ancora qualche speranza.

Mitchum è ingessato, costretto in un ruolo mal scritto di un personaggio troppo bidimensionale per convincere. La Simmons, al contrario, splende nonostante l'esiguità delle battute a sua disposizione. Non la migliore interpretazione per la Kerr, anche lei tarpata da un personaggio poco sviluppato. Dunque a reggere gran parte del peso dello sviluppo resta un Cary Grant in gran forma, marito che non si rassegna alla possibile perdita della moglie e riesce a far valere i suoi (pochi) punti forti, tra cui il fedele maggiordomo (ruolo che avrebbe meritato una interpretazione di maggior peso), nei confronti di quello che sembrerebbe lo scontato vincitore. In un certo senso ricalca il ruolo che aveva coperto in Scandalo a Filadelfia, ma il paragone non va a favore di questo titolo.

Bizzarri i titoli di testa, dove il cast artistico e tecnico è interpretato da una sfilza di poppanti, idea di Maurice Binder che diventerà famoso per il suo lavoro nella serie di James Bond.

2 commenti:

  1. sull'infedeltà femminile, ti consiglio Angelo, di Lubitsch. Penso che ti potrebbe piacere. A presto

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