Crash - Contatto fisico

Il sottotitolo italiano, una volta tanto, non è inopportuno, sia perché riprende la battuta di uno tra gli innumerevoli protagonisti, forse quella che dà la giusta chiave interpretativa, sia perché a dire Crash (mi) viene in mente il film di Cronenberg, basato su un inquietante racconto di Ballard, e non questo lavoro, scritto, diretto e coprodotto da Paul Haggis.

Storia corale a incastro sulle complicazioni della vita californiana. Ce ne si può facilmente tirar fuori una lunga serie: Crossing over, Traffic, Bobby, Magnolia, America oggi, tanto per fare un po' di nomi.

La prima parte ci mostra una situazione catastrofica, dove tutti diffidano di tutti, per paura si rifiuta il minimo contatto fisico, e alla fine si usa lo scontro violento come unico mezzo rimasto per avere una qualche relazione umana. In un certo senso questa visione ricorda molto l'idea originaria di Ballard, ma viene trasferita su un piano più sociologico. Già, perché qui tutti i protagonisti usano un bieco razzismo come arma di difesa nei confronti di una sostanziale solitudine.

La seconda parte è più interlocutoria, cose che andavano male sorprendentemente trovano un modo di aggiustarsi, personaggi che avevano una certa opinione, spesso di loro stessi, si trovano a doverla cambiare, nel bene o nel male.

Nonostante questa impostazione quasi meccanica, lo svolgimento evita i luoghi comuni più beceri, o almeno li affronta in un modo inconsueto, da angolazioni inaspettate, riuscendo quasi sempre a tenere sul filo lo spettatore. O almeno, con me c'è riuscito. Solo una delle storie narrate ho capito subito dove andava a parare, ma anche in questo caso sono rimasto soddisfatto che finisse proprio come mi aspettavo.

In una storia così intricata è bene che nessun attore spicchi sugli altri, ed è quello che succede qui. Buon cast, ognuno fa il suo lavoro, ma nessuno può essere considerato il personaggio chiave. Tra i nomi noti che ci troviamo davanti cito Sandra Bullock, tendenzialmente razzista, rafforzata nelle sue convinzioni da un furto d'auto da parte di una coppia di giovani delinquenti di colore, se la piglia per quello con tutti i non-bianchi che le capitano a tiro, fino a scoprire che l'unica persona su cui può contare è la sua domestica messicana; Matt Dillon, poliziotto che abusa del suo potere, ma che scopriamo poi che si comporta così perché pensa di avere le sue ragioni - il caso vorrà che trovi il modo di riparare a una sua malefatta; Brendan Fraser, un bietolone interessato solo a manipolare gli eventi a fine politico, uno dei pochi personaggi per cui le due ore di film sono passate praticamente invano; Thandie Newton bella moglie di un regista televisivo, scoprirà che gli umani sono esseri molto complicati; Terrence Howard, marito della Newton, avrà modo di incidere sulla realtà dei fatti; Michael Peña subisce per gran parte del tempo i pregiudizi di tutti quanti, praticamente unico nella storia che non fa niente di male.

Colonna sonora tutti frutti, sui titoli finali ci sono persino i gallesi Stereophonics.

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