Non sono un frequentatore assiduo della filmografia di Manoel de Oliveira ma non credo sia un caso se le rare pellicole che ho visto dalla sua abbondante produzione abbiano avuto tutte il dono di lasciarmi perplesso.
In questo caso la vicenda è narrata dal protagonista ad una sconosciuta in treno, in un lungo flashback che ripercorre la sua storia d'amore con una bella ragazza conosciuta in quanto dirimpettaia del suo studio. I toni usati mi hanno fatto pensare ad una operetta morale di Rohmer, ma corretta da un accenno di surrealismo alla Buñuel. Chi riuscirà a non farsi intimorire da un montaggio secco, dalla macchina da presa fissa in molte inquadrature, da lunghe pause che lasciano lo spettatore libero di pensare ad altro, e da accadimenti secondari che poco hanno a che fare con lo sviluppo, o forse acquisteranno un loro senso solo quando alla fine le carte verranno scoperte, potrebbe trovarsi a meditare su una storia semplice ma al tempo stesso complessa. Un po' come è la vita.
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