Dal tramonto all'alba

Storia bizzarra oltre misura, scritta da Robert Kurtzman (?) che ne ha commissionato la conversione in sceneggiatura da parte di Quentin Tarantino, il quale l'ha trasformata in roba sua. La regia è finita nelle mani del sodale Robert Rodriguez, e come protagonista è stato pescato il jolly di un George Clooney al primo vero importante ruolo per il grande schermo.

Primo tempo tipicamente tarantiniano, con due fratelli delinquenti lanciati in una parabola autodistruttiva, ma nel secondo tempo c'è un brutale cambiamento di scena, e ci ritroviamo catapultati in un film horror-teen con vampiri demoniaci da burletta.

Difficile trovare qualcuno a cui piaccia tutto il film, in genere chi preferisce la prima parte (come il sottoscritto) si appisola nella seconda, e chi preferisce la seconda parte trova la prima una lunga anteprima che porta via spazio al piatto forte.

I due fratelli Gecko (se è un riferimento a Gordon Gekko di Wall Street, mi è sfuggito) stanno puntando al Messico, lasciandosi dietro una scia di sangue. Il maggiore (Clooney) è quasi normale, ma il giovane (Tarantino) è uno psicopatico all'ultimo stadio, si inventa le cose, non sa più quale sia la realtà. I due incappano in una famigliola composta da padre (Harvey Keitel), un ex pastore che ha perso la fede in seguito alla tragica morte della moglie, e due figli, e li rapiscono per passare con loro il confine. Devono raggiungere un localaccio poco oltre il confine, e lì aspettare fino all'alba, quando arriverà il loro contatto messicano.

Nel locale c'è gente come Danny Trejo al bancone, Salma Hayek che si esibisce col nome di Santanico Pandemonium, Tom Savini clienteggia e si fa chiamare Sex Machine. Tanto per dare un idea.

Mi ha colpito come George Clooney sia stato capace di imporre il suo personaggio, pur non essendo ai tempi la star che è ora, al punto di trasformare, sia pur leggermente, l'impostazione tarantiniana.

5 commenti:

  1. Divertentissimo, un cult personale.

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    1. Ciao e grazie di aver lasciato traccia del tuo passaggio.

      A me From dusk till dawn mi ha lasciato un tantinello perplesso, avrei preferito che si lasciasse da parte la vicenda horror-vampiresca-minorile e si continuasse sui binari del classico film tarantiniano prima maniera. In pratica avrei voluto un bis di Natural born killer.

      Capisco che possa divertire, mi ha fatto pensare a L'alba dei morti dementi, che mi è piaciuto di più - nonostante che l'horror, e nemmeno il suo spoof, non è che sia proprio nelle mie corde.

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  2. Un film semplicemente geniale, che ho adorato fin dalla prima volta che l'ho visto.
    Anche io preferisco la prima parte, ma santo cielo le supercazzole della seconda sono trash a livello indimenticabile.
    Nel suo genere un piccolo, imperfetto capolavoro.

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    1. Oggi un collega mi ha passato il link al filmaccio sul nuovo ordine mondiale che complotta complotti complottosi. La presenza di Iacchetti fa sperare in uno scherzo, ma il trailer sembra serio. Questo per dire che di roba trash ce n'è in giro fin troppa. E quando l'offerta è così ampia la nausea dovrebbe farsi sentire.

      Qui siamo su altri livelli. Tarantino ha un modo tutto suo di stare in bilico tra cinica critica e adesione ai modelli del cinema di (sotto)genere che, quando è in forma, porta a risultati davvero memorabili. Qui, per il mio gusto, non siamo al top. Anche a causa del racconto originale che ho il sospetto che mancasse di quell'autoironia che ci hanno messo sceneggiatore e regista.

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  3. Nei '90 Tarantino era dappertutto, faceva cose buone, ottime e incomprensibili insieme, magari nello stesso anno. Dal tramonto all'alba è passibile di assurgere a cult, in buona misura per Clooney, anche se i sequel (due visti) sono molto vicini a Rodriguez di Planet terror, per il quale trovo molte, troppe affinità. Una scena da incorniciare è quella di Salma Hayek che balla sui tavoli, e con Youtube posso evitare di soffermarmi sulla ennesima messa in onda in tv dell'intero film.

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