Un paio di ingegneri si ingegnano attorno ad un apparecchiatura che non è chiaro nemmeno a loro cosa sia e cosa faccia. Dopo lungo meditare decidono che si tratta di una macchina del tempo. Pensano di sfruttarla per fare soldi, ma in breve scoprono che le cose sono più complicate di quel che credevano. Uno dei due pensa di sabotare l'invenzione e farla cadere nel dimenticatoio, l'altro continua a pensare che sia una genialata.
Film a bassissimo costo scritto, diretto, interpretato (eccetera eccetera) da Shane Carruth. L'altro protagonista (il buono) è David Sullivan. È un film che ha qualcosa di simpatico, in particolare la fase in cui i due inventori inventano senza sapere cosa stanno inventando e, ad esempio, segano la marmitta catalitica della loro auto per procurarsi il palladio necessario ad un esperimento, e pensano di distruggere il frigo di casa per il freon.
Ma per il resto è nebbia. Grandi chiacchierate tecnologiche in latinorum; una trama esageratamente complessa a nascondere una struttura che è in realtà banale e che non offre un appiglio emozionale alla storia; personaggi secondari appena tratteggiati che fanno cose che non danno spessore alla narrazione.
Anche il meccanismo stesso del viaggio nel tempo è poco chiaro, ci si appoggia alla teoria degli universi paralleli, di cui però viene trascurata la logica, e usato solo il bonus di poter replicare gli accadimenti e i personaggi.
In teoria, la complicazione della narrazione spingerebbe a vedere più volte il film per riuscire a capire il senso di una parte di dettagli che sono oscuri ma spiegabili (credo che altri siano oscuri semplicemente perché non hanno spiegazione). Ma mi manca il coinvolgimento emotivo per farlo.
Al confronto, il simile Timecrimes esce vincitore. Molto più facilmente fruibile, dritto allo scopo di raccontare una storia, per quanto ingarbugliata. A ben vedere entrambe le vicende sono insensate, i paradossi del viaggio nel tempo le smontano in un batter d'occhio, ma Primer si regge tutto sull'invenzione e nell'uso dell'impossibile macchinario mentre Timecrimes la usa per raccontare di come un povero diavolo si trovi costretto a gestire una situazione apparentemente senza via di uscita.
Come dire, c'è un lato umano, che in Primer mi sembra che manchi.
Mi devi perdonare, ma leggendo il titolo del film ho pensato a Clio MakeUp (meglio se avessi tenuto per me questo pensiero...)
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