La ragazza con l'orecchino di perla

Atmosfere impeccabili, regia misurata (Peter Webber) che segue con attenzione un notevole cast. Purtroppo non ho capito dove vada a parare la storia (basata sul romanzo di Tracy Chevalier), e questo mi ha ridotto il piacere della visione.

Si tratta della invenzione delle vicende che avrebbero portato il pittore seicentesco olandese Jan Vermeer (Colin Firth) a dipingere uno dei quadri più noti al mondo (come da titolo), che rappresenta una ignota fanciulla (Scarlett Johansson) colta sulla tre quarti, con un semplice turbante blu in testa (da cui l'altro nome con cui il dipinto è noto: la ragazza col turbante) e una vistosa perla all'orecchio. Il gioco tra contrasti (ragazza molto giovane, ma con bocca e sguardo da far rimescolare il sangue; abbigliamento semplice ma gioiello di gran valore; la luminosità della figura nell'oscurità del contorno) rendono la tela indimenticabile.

In realtà poco si sa di Vermeer, e nulla della modella. Nel film mi pare si voglia fare il punto che lei, pur non sapendo nemmeno leggere, avesse una grande intelligenza istintiva, e che avrebbe potuto forse essere una grande pittrice. Ma le circostanze hanno deciso altrimenti. I toni dello svolgimento sono molto leggeri, seguiamo senza molta fretta le vicende della giovane servetta, che conosce un possibile marito, il figlio del macellaio (Cillian Murphy), rischia di essere violentata da un ricco mercante (Tom Wilkinson), ha screzi con la moglie di Vermeer eccetera. Molte scene ricordano dipinti di Vermeer e la pittura olandese del tempo in genere.

Girato sul luogo, ovvero Delft, a due passi da L'Aia, ben conservata, vale la pena di visitarla, magari dopo aver visto il film, come vale la pena di andare alla Mauritshuis, che sarebbe poi il museo che conserva il dipinto citato. Interessante il confronto con In Bruges, ambientato ai nostri giorni ma in una città che sembra quasi gemella.

2 commenti:

  1. a me era piaciuto soprattutto il dato cromatico. Finché non leggi il libro non riesci effettivamente a capire "dove si vuoe andare a parare", mentre la storia originale è bella e delicata.

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    1. A me sono piaciute molto le ricostruzioni dei dipinti nell'azione cinematografica. Cosa che mi ha fatto pensare (naturalmente) al Barry Lyndon di Kubrick - confronti di quelli da cui difficilmente si esce bene, ma onore al merito per chi ci voglia provare.

      L'impressione di non aver capito bene cosa stesse succedendo ce l'ho avuta sin dall'inizio. Mi toccherà leggermi il libro prima di avventurarmi in una seconda visione ;)

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