Brillante esordio come sceneggiatore e regista di Martin McDonagh, che sembrerebbe inspiegabile (prima c'è stato solo un corto, Six shooter), se non si facesse caso alla sua carriera teatrale, che gli aveva già procurato premi e successi in quantità.
E nonostante che l'azione sia molto cinematografica, si sente che il soggetto è scritto da uno che ha più il teatro che il cinema nel sangue. Mi augurerei dunque che McDonagh riesca ad asciugare i dialoghi nei prossimi lavori, e magari si liberasse di una certa tendenza all'improbabilità in alcune scene.
La storia è quella tragicomica di un paio di killer irlandesi (da notare che McDonagh è nato e vissuto in Gran Bretagna, ma da genitori irlandesi, e si sente più irlandese che inglese) che vengono mandati a Bruges (Belgio) dal loro capo, dopo che una loro azione è finita male.
In pratica il film è uno studio sul carattere dei tre personaggi principali, che mi hanno fatto pensare ai primi film di Guy Ritchie (Lock, stock ..., Snatch). Ottima la scelta del cast, con Colin Farrell nel ruolo del killer giovane, che alla sua prima azione causa il disastro che è il motore degli eventi narrati; Brendan Gleeson killer anziano, ha introdotto Farrell nel lavoro; Ralph Fiennes il boss, dal carattere iroso.
A vivacizzare la contrapposizione dei caratteri contribuiscono personaggi minori, tra cui spiccano Clémence Poésy, spacciatrice locale che rifornisce una troupe che sta girando un improbabile film (ci viene detto che dovrebbe essere qualcosa come A Venezia ... un dicembre rosso shocking), e Jordan Prentice, attore nano, tossico e razzista.
Notevole come McDonagh ci faccia fare un giro turistico di Bruges senza farlo pesare, e come mescoli umorismo "facile" a tematiche più complicate. Bizzarro, ad esempio, come Farrell prenda subito a mal volere la città, eppure non riesca a distaccarsene, come se fossimo in un pezzo di teatro dell'assurdo. Da notare anche la citazione de L'infernale Quinlan (Touch of evil), di cui si vede parte del lunghissimo piano sequenza iniziale (roba da antologia), trasmesso in televisione mentre Gleeson riceve una telefonata (ad alta tensione, ma con effetti spassosi) da Fiennes.
Belle le musiche originali di Carter Burwell, che vengono integrate anche da un lied di Schubert.
Concordo con il tuo giudizio sul film: simpatico ed appassionante. Una mia amica voleva partire immediatamente per Bruges dopo aver visto il film :)
RispondiEliminaA Bruges non ci sono mai stato, ma mi è sembrata molto simile a Delft (in Olanda, tra Rotterdam e L'Aia). Vale la pena di visitare una o l'altra, magari entrambe.
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