Con questo film Michael Haneke ha finalmente fatto il botto, raccogliendo una lunga serie di premi, in particolare una tripletta a Cannes, gran premio della giuria ad Haneke, miglior attrice alla Huppert (all'unanimità) e miglior attore a Magimel. Niente meno.
Lo stile della regia non mi pare cambiato radicalmente dai precedenti lavori, la freddezza dei primi titoli per il grande schermo si era già smussata con Codice sconosciuto, però si nota una maggior mobilità nell'uso della macchina da presa, qualche spazio concesso al montaggio, e soprattutto un uso della musica molto più pervasivo, almeno nella prima parte.
Da notare che, pur non essendo legato ufficialmente a Dogma 95, Haneke sembra seguirne gran parte dei dettami, ad esempio raramente sentiamo musica che esterna all'azione. Se qui abbonda Schubert (amato dalla protagonista) e non viene risparmiato Beethoven, Chopin, etc è perché la Huppert interpreta una insegnante di pianoforte.
In genere Haneke si scrive la storia da sé, anche se non si è lasciato intimidire dal compito (da far tremare le vene e i polsi) di tradurre per la televisione Il castello di Kafka. Qui invece ha basato la sceneggiatura sul romanzo omonimo del premio Nobel Elfriede Jelinek, di cui mi pare abbia ritoccato soprattutto il finale, per renderlo più aperto, come suo consueto.
Una pianista (Isabelle Huppert) non più giovane vive una esistenza sospesa, vive ancora in casa con la madre (Annie Girardot), che la tratta come fosse una ragazzina. Incapace di gestire la propria sessualità con naturalità, si rifugia nella pornografia e in pratiche autopunitive. Incontra un giovanotto (Benoît Magimel) che si piglia una cotta per lei, attirato probabilmente dalla sua algida aurea di perfezione. Lei pensa di usarlo per dare sfogo alle sue fantasie masochistiche, ma lui ne resta disgustato, considerandosi "normale" e incasellando lei come "deviata". Di conseguenza la tratta con sadismo (che sarebbe poi quello che vorrebbe lei, teoricamente) ma con un distacco che rivela che pure lui tanto "normale" non dovrebbe considerarsi.
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