Uno sparo nel buio

Dopo La pantera rosa Blake Edwards aveva in programma di scrivere assieme a William Blatty (quello de L'Esorcista) una sceneggiatura da una commedia francese, in cui un tale, apparentemente un imbecille (da cui il titolo L'idiote), si rivelava essere il vincente della situazione. E perché non adattare la storia al personaggio di Clouseau? Peter Sellers, oltre all'exploit inatteso della pantera rosa, aveva appena piazzato uno di quei colpi da KO partecipando come protagonista assoluto del Dottor Stranamore di Kubrick, ed Edwards, che il cinema ce l'ha nel sangue, fiuta che la cosa funziona.

La storia viene rivoluzionata e si pongono le basi a quella che sarà nota come la saga della pantera rosa - anche se in questo episodio del simpatico felino non appaiono nemmeno i baffi. Scena iniziale in una casa che fa pensare ad Escher, con gente che sale e scende per scale, entra in stanze da una porta per uscirne da un'altra. Capiamo subito che in questa residenza c'è del torbido, tanto è vero che, alla fine della sequenza, una serie di spari sottolinea quello che sarà solo il primo di una lunga serie di omicidi. Titoli di testa, ancora a fumetti, stessa mano del precedente episodio ma il protagonista è il commissario - e la musica è sempre dell'ottimo Henry Mancini.

E poi abbiamo il commissario Charles Dreyfus (Herbert Lom), che già odia Clouseau, il quale non fa quasi in tempo ad apparire sullo schermo che già cade in una fontana. E come torna a casa c'è Kato ad accoglierlo. Da notare che la bella della storia, Maria Gambrelli, è interpretata da Elke Sommer, berlinese, il che potrebbe sembrare strano, ma dopotutto la Sommer aveva iniziato la sua carriera proprio da noi, partecipando a film come La Pica sul Pacifico (!), L'amico del giaguaro, e persino Urlatori alla sbarra (con Chet Baker).

Questa la bella sequenza iniziale sopra citata, accompagnata da "Shadows of Paris", musica di Henry Mancini, testo di Bob Wells (forse più noto per aver scritto il testo di The Christmas song, canzonetta natalizia cantata da poco meno che tutti - da Tony Bennett ai Manhattan Transfer):

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