Un anno da leoni

Il brutto titolo italiano e la data di uscita nelle nostre sale dice molto sulle bassissime aspettative della distribuzione nazionale su questa simpatica commedia che, invece, avrebbe meritato maggior fiducia. Il titolo strizza un occhio alla serie degli hangover, con cui non ha nulla a cui spartire, e anche il trailer rimonta la vicenda facendo sembrare che il film sia altro da quello che è, e perdipiù spoilerando peggio di me quando non mi trattengo.

Non credo che il cattivo risultato sul mercato americano abbia sorpreso nessuno, sorprendente piuttosto che la produzione abbia deciso di investire qualche decina di milioni di dollari sapendo in anticipo che il ritorno sarebbe stato limitato. Penso che si sia trattato di una specie di regalo al regista, David Frankel, come riconoscimento per le vagonate di soldi che ha generato con i due precedenti Il diavolo veste Prada e Io & Marley.

La storia è infatti simile al Diavolo, ma qui vengono tirate le conseguenze fino in fondo, e viene l'assurdità di uno stile di vita ipercompetitivo e fine a sé stesso. Abbiamo quindi che a vincere qui sono personaggi normalmente etichettati come perdenti. E, ancora peggio (per un certo tipo di spettatore), la loro vittoria assomiglia stranamente ad una sconfitta. Per non dire poi che il vincitore scopre nel modo più amaro che si possa immaginare, quanto la vittoria possa essere la peggiore delle sconfitte.

Si potrebbe fare un parallelo con Campioni di razza, dove sono i cani al centro dell'interesse degli umani, ma quello è un mockumentary a basso costo, qui invece siamo nel campo della commedia classica, e la passione dominante dei protagonisti è quella per il birdwatching. La storia è così strana che è basata su fatti reali, che sono travisati, adattati, rivoluzionati alle esigenze della sceneggiatura, regia, e cast, come viene messo ben in chiaro sin dall'inizio. Fatto è che negli USA esiste un bizzarro campionato che consiste nel guardare quante più specie di uccelli nel corso dell'intero anno solare. I tre personaggi principali sono il campione in carica (Owen Wilson), un nerd che non ha mai concluso niente in vita sua (Jack Black) e un anziano uomo d'affari che di cose ne ha concluse fin troppe, ma gli è venuto come il dubbio che non siano state quelle giuste (Steve Martin).

E se non bastassero i protagonisti, c'è una coorte di comprimari da lasciare basiti. Rosamund Pike è la moglie di Wilson, e vorrebbe farci un figlio assieme; Dianne Wiest è la madre di Black; JoBeth Williams è la paziente moglie di Martin; Rashida Jones è una birdwatcher abile nel replicare i versi di uccelli (Black ha il dono opposto, li riconosce praticamente tutti); Kevin Pollak è un sottoposto di Martin, e farebbe di tutto per non farlo andare in pensione; Anjelica Huston capitana una nave che porta i birdwatcher a spasso alla ricerca di golosi avvistamenti; Jim Parsons un amico persino più nerd di Black; eccetera.

La regia, a dire il vero, è lontana dalla perfezione, ma lascia correre bene la scenggiatura (Howard Franklin) che del resto fa buon uso delle caratteristiche dei protagonisti, per cui Steve Martin, Owen Wilson, e Jack Black si comportano esattamente come ci potremmo aspettare, e corre lungo i binari del logico sviluppo delle premesse per arrivare all'attesa conclusione.

Non poteva mancare la citazione a Gli uccelli di Alfred Hitchcock, ma è la colonna sonora che è un vero e proprio festival avicolo, fra cui ricorderei l'accenno solo strumentale a Blackbird dei Beatles - album bianco.

7 commenti:

  1. Bel post!

    Grazie mille per il commento, CIAO!!!

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  2. In questo film c'è Jim Parsons? Wow, quasi quasi lo guardo solo per lui :D

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    1. Ha una particina microbica, in linea con il personaggio della Big bang theory.

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  3. Grazie anche per il commento di oggi :D

    CIAO!!!

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    1. In realtà ho commentato con il solo scopo di avere ben due commenti del famoso La Rosa ad un mio post :D

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  4. Io credevo parlassi di Una notte da leoni, ma le tue parole mi hanno lasciato confuso fin quando ho capito l'originalità dei titolisti italiani. Uno strano film questo, a far da richiamo ci sarebbe, a livello personale, Steve Martin, ma ho veramente paura di rimanere deluso.

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    1. Al contrario, potrebbe essere perfetto per controbilanciare Mercenari 2 ;-)

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