Iron sky

Per me la fantascienza, quella che mi piace, è un mezzo per parlare di cose che potrebbero risultare pesanti (noiose, non interessanti, ...) alleggerendo il tema ma lasciandolo comunque bene in vista. Più passa il tempo, e più mi capita di pensare che non siano poi in molti ad avere questa idea, e che la fantascienza, soprattutto al cinema, sia diventata semplicemente un modo di intrattenere lo spettatore facendo un gran baccano e mostrando luci colorate. Uno spettacolo pirotecnico, insomma.

Grazie al cielo ogni tanto incappo in film come Iron sky che risollevano la mia fiducia nel genere. Secondo me, con un doppiaggio decente e una minima campagna pubblicitaria, avrebbe potuto essere distribuito nei nostri cinema agostani e, complice anche la calma piatta di questi giorni, avrebbe anche potuto strappare un buon risultato. Ma i distributori hanno deciso diversamente, e non c'è traccia di una localizzazione della pellicola. Al momento, l'unico modo per vederselo è fare riferimento al DVD inglese, reperibile facilmente sui soliti siti web.

Ma perché non distribuirlo in Italia? Ho cercato in rete pareri negativi sul film e, a parte gli ovvi nazi-fascisti che non gradiscono troppo la presa in giro della loro ideologia prediletta, e i filo-american-repubblicani a cui non piace la facile ironia su Sarah Palin e accoliti, ho trovato solo qualche perplessità per la carenza di fondi utilizzati ("solo" sette milioni e mezzo, secondo IMDB) che si traducono in un cast non particolarmente brillante ed effetti speciali risparmiosi. Bolla avrebbe preferito una impostazione più "Z trash", ma questo credo che voglia dire che lo ritene troppo commerciale, dunque adatto alla distribuzione, per lo meno estiva.

Mi tengo il mistero, e illustro la trama. Un mito nato con la fine della seconda guerra mondiale è che i nazisti non sarebbero stati completamente sconfitti, ma si sarebbero ritirati chissadove per preparare la loro vendetta. Il tema è già stato affrontato da altri titoli, vedi ad esempio Il mistero del cadavere scomparso. Qui però i fuggitivi si sarebbero rifugiati addirittura sulla Luna. Premessa imbarazzantemente impossibile dunque, ma, se si fa un salto di fede e la si accetta, tutto il resto scorre bene. La tecnologia tedesca anni quaranta, mancando stimoli esterni, cresce poco o niente in settantanni, e arriviamo in un (nostro) futuro imminente dove la base nazista sulla "dark side of the moon" (citazione musicale dai Pink Floyd ineludibile) prospera, preparando il rientro sul pianeta.

A far scattare l'azione è la discesa sulla Luna di una nuova missione Apollo, progettata per due scopi, uno palese, propaganda elettorale per una simil-Sarah Palin al suo primo mandato che mira alla rielezione, e uno nascosto, ricerca di ingenti depositi di Elio-3 da parte del segretario di stato. Il primo scopo fa sì che uno dei due astronauti sia un modello di colore (Christopher Kirby), il secondo determina il punto di sbarco, vicino alla base nazista, costruita per l'appunto vicino all'agognato giacimento.

La sceneggiatura è densa, con il Führer corrente (Udo Kier) che deve guardarsi dal rampante delfino (Götz Otto), che vorrebbe anche papparsi la bella Renate (Julia Dietze), figlia dell'immancabile scienziato pazzo (Tilo Prückner), mentre sulla Terra la simil-Palin mette sotto pressione la sua responsabile per le comunicazioni per trovare un tema vincente per la campagna elettorale, che viene identificata nella propaganda nazista fornita da Otto, sceso con un UFO (ecco spiegata la loro origine!) sulla Terra.

Inevitabile il nuovo scontro tra nazisti e resto del mondo, con finale desolante ma il linea con le premesse.

Festival delle citazioni cinematografico-musicali, perfettamente integrate nella trama. Tanto Wagner, ovviamente, rimaneggiato e integrato nella bella e poliedrica colonna sonora degli sloveni Laibach, sui titoli di coda una loro canzone che mi pare citi i Garbage di 007 (The world is not enough).

Come è giusto che sia, i nazisti fanno la figura degli sciocchi, al punto da battezzare la loro arma finale Götterdämmerung, come il capolavoro di Wagner (e, loro non lo sanno, naturalmente, ma anche come il capolavoro di Luchino Visconti, La caduta degli dei) che è, come dire, un po' come andarsi a cercare che la sfortuna ci metta il becco.

Ma anche le potenze terrestri non fanno una bella figura. Per dirne una, messi di fronte all'emergenza dell'attacco nazista, tutte le nazioni rivelano di aver nascostamente modificato i propri satelliti civili per militarizzarli. Tutti tranne una, la Finlandia. E il rappresentante finlandese è estremamente imbarazzato da quella che gli sembra una sciocca ingenuità.

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