Dopo lunga meditazione, la scelta tra i non molti titoli disponibili in questo caldo weekend agostano è caduta su questo film, che in fin dei conti ha mantenuto le sue (non mirabolanti) promesse. Una buona commedia sentimentale senza troppe pretese.
È l'ennesima "storia vera", ed è curioso notare come sia la terza della serie che vedo in breve periodo. Qui nei titoli si dice pianamente che la vicenda reale sia servita solo come ispirazione agli sceneggiatori, e come argomento difensivo ai "ma dai, com'è possibile?". In Un anno da leoni si sceglie lo stesso approccio, ma si mira più sull'autoironia (è tutto vero tranne i fatti narrati, ci viene detto). Spiazzante invece The way back in cui ci viene narrata una storia spacciata come vera da chi l'ha scritta, ma che a vederla ci dovrebbe venire almeno il dubbio di quanto possa essere verosimile.
Il punto chiave tratto dalla storia originaria è che una tipetta (Rachel McAdams) prende una gran botta in testa che le cancella la memoria recente, facendo scomparire il marito (Channing Tatum) dalla sua vita. Tutto il resto (a parte il lieto fine d'ordinanza) ho il sospetto che sia stato inventato di sana pianta.
Qui il rewind sembra favorire i genitori della protagonista (Sam Neill e Jessica Lange - quanto tempo senza vederla in un film!) da cui lei si era bruscamente staccata, e ora non ricorda più perché. Idem per il fidanzato (Scott Speedman) che si vede ripiombare tra le braccia il bocconcino da cui era stato bruscamente mollato. Ma è solo questione di tempo, ci dice la sceneggiatura, e il sentiero che è stato fatto una volta verrà percorso nuovamente. Possibile? Mi pare questionabile. Ma evidentemente non si può fare la controprova. In ogni caso il titolo italiano è sbagliato, l'originale The vow fa riferimento al giuramento matrimoniale (o come si chiama) che la coppia interpreta a suo modo, e che, essendo stato filmato, mostra alla smemorata quanto ci fosse qualcosa di forte tra i due.
Prima regia cinematografica, non particolarmente entusiasmante, di Michael Sucsy, colonna sonora in stile raccolta pop, giustificata dalla professione di lui, produttore musicale. In particolare ho gradito i Cure sui titoli di coda.
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