La guerra è dichiarata

Giulietta (Valérie Donzelli) incontra Romeo (Jérémie Elkaïm), si piacciono, fanno un figlio assieme, che chiamano Adamo (Gabriel Elkaïm), a cui viene un tumore al cervello. Il risultato non mi ha convinto. Si narra di due persone circa normali (in cui non mi riconosco, ma questo è un problema mio) che si scontrano contro un grosso problema, lo affrontano assieme, finché riescono. Poi non ci riescono più e si lasciano. Sarà una storia (circa) vera, però non vedo cosa abbia da dire, per lo meno a me.

Il momento migliore mi è parso quello che dà origine al titolo. I genitori chiedono un appuntamento con un luminare del campo, vengono convocati a brevissimo tempo, e i rapidissimi preparativi per il viaggio vengono narrati come se si trattasse di una operazione militare. Il resto della pellicola mi è sembrato poco incisivo, privo di un bersaglio.

La sceneggiatura è scritta da i due protagonisti, basandola sulla loro storia (con evidenti varianti). Forse meglio sarebbe stato se la vicenda fosse stata filtrata da estranei, e magari girata da un regista più capace.

4 commenti:

  1. Confermo che la storia è vera, quella dei due portagonisti e del loro figlio: i due attori sono infatti loro(lei è anche la regista del film) e il bambino è il loro figlio.
    molto duro, ci vuole un bello stomaco per vederlo.

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    1. Ma no, non è un storia vera. O meglio, è una storia vera per come la si intende al cinema, il che tradotto in italiano corrente vuol dire che ha degli agganci con fatti realmente accaduti.

      Nella vita reale Valérie Donzelli è una attrice, e lo era quando le è nato il figlio, Gabriel. Come pure lo era il suo compagno del tempo, Jérémie Elkaïm. La coppia ha avuto due figli, e non solo "Adamo", prima di separarsi. Entrambi hanno continuato a lavorare come attori nel periodo, la Donzelli ha pure esordito alla regia - e dunque si sono comportati in modo palesemente diverso da Giulietta e Romeo.

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    2. ma guarda che ho letto che la storia della malattia è vera.

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    3. Ho letto anch'io della malattia, e non ho motivo di non credere che sia vera. Anche perché sarebbe mostruoso se i genitori se la fossero inventata. Ma anche solo il fatto che sono stati cambiati i nomi (Valérie che diventa Juliette, eccetera) dovrebbe far capire come la sceneggiatura si sia presa libertà sostanziali nel narrare i fatti.

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