Swimming pool

E' uno di quei film di cui bisogna aspettare con pazienza la fine, altrimenti è ben difficile trovare una chiave interpretativa che permetta di aprire porte che sembrano non aprirsi, o farlo con fatica.

Un altro fattore di interesse è che si tratta di un film molto francese, ma la cui lingua principale è l'inglese. La sceneggiatura, infatti, è scritta François Ozon (anche regista) con il supporto di Emmanuèle Bernheim, ma è stata rivista e adattata da Sionann O'Neill. Direi che questo mostri quanto il cinema francese sia capace di adattarsi alle richieste commerciali moderne, senza perdere la propria specificità.

L'azione si svolge in tre tempi. Inizio a Londra, blocco centrale nella provincia francese, finale nuovamente a Londra. Quel che succede in Inghilterra sembra essere solidamente ancorato nella realtà, fra l'altro la prima scena, ambientata nella metropolitana londinese, è girata in uno stile quasi documentaristico. Mentre su quello che succede in Francia pesa una grande incertezza. Realtà e fantasia si mescolano senza che la regia dica esplicitamente cosa sia avvenuto per davvero e cosa no. Dobbiamo essere noi, una volta finita la pellicola, a ragionare su quel che abbiamo visto e trarre le nostre conclusioni.

La protagonista è Sarah (Charlotte Rampling) una scrittrice di polizieschi di successo che però si è stufata della serialità e vorrebbe passare ad altro. Il suo editore (Charles Dance), con cui pare avere qualcosa di più profondo che una relazione d'affari, le consiglia di staccare, e le dà le chiavi della sua casa in Francia. Il cambio di clima e atmosfera sembra fare il miracolo, e Sarah riprende rapidamente a produrre pagine su pagine.

L'impiccio è rappresentato da Julie (Ludivine Sagnier), figlia dell'editore, giovane e con un corpo da far girare la testa - e per di più messo in mostra senza risparmio - che ha una girandola di uomini attorno. Sarah si mostra subito molto ostile nei suoi confronti, ammorbidendosi solo quando scopre il diario segreto della giovinetta (cosa ci sia scritto non ci è dato saperlo). Non si capisce bene se perché matura una simpatia, o perché voglia utilizzare quel materiale per tirarci fuori un libro.

Julie scopre di essere spiata e, all'insaputa di Sarah, organizza una feroce rappresaglia, che finirà drammaticamente per il solito povero disgraziato estraneo ai fatti. Contro colpo di scena, questo finisce per cementare l'amicizia tra le due, con ritorno alla pace.

Raccontato così sembra un giallo, e nemmeno dei migliori. Però non ho detto del finale londinese, che ribalta quello che sapevamo (credevamo di sapere) su Julie, rendendo molto più problematica la comprensione dei fatti raccontati.

Buona la colonna sonora di Philippe Rombi che veicola un senso di inquietudine dietro una apparente levità.

2 commenti:

  1. a me era piaciuto, ma non ero riuscita a mettermi d'accordo con me stessa sul significato ultimo del finale... la Rampling è bravissima, ma la sorpresa è la giovane :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho colpevolmente trascurato il cinema francese per lungo tempo. Cercando di rimediare, mi è capitato di vedere Nella casa di Ozon. Seguendo il regista a ritroso sono arrivato questa storia che ha un rimescolamento tra realtà e finzione che un po' ricorda quello del suo ultimo film. Storie interessanti e ben raccontate, bravo Ozon.

      La classe della Rampling è fuori discussione (tra l'altro, vedo ora che è anche nel nuovo di Ozon - Giovane e bella, non ancora uscito da noi), sulla Sagnier non posso dire molto a livello di recitazione perché, come da istruzioni di regia, mi ha distratto col suo fisico.

      Credo che l'idea di Ozon sia proprio quella di lasciare allo spettatore un certo margine di libertà nel decidere cosa davvero sia successo in Francia, per cui direi che hai colto in pieno lo spirito del film. L'idea che mi son fatto è che Julie sia una proiezione di Sarah della figlia che non ha mai avuto. Il finale, col saluto a distanza, in questo senso diventa un commiato da una recondita parte di se stessa con cui è riuscita a fare i conti.

      Elimina