Spy

Il mestiere della spia non è più quello di una volta, come sa bene chi pratica il genere. Qui si semplifica e si riduce all'osso un team. Da una parte c'è l'operativo, un bondiano Bradley Fine (Jude Law), dietro c'è l'analista Susan Cooper (Melissa McCarthy) che lo telecomanda facendo gran parte del lavoro. Bradley sa bene che senza Susan sarebbe spacciato in un batter d'occhio, e deve pur sapere che il motivo per cui Susan ha sacrificato la sua carriera in prima fila per restare nella sua ombra è che è cotta persa di lui, ma fa finta di non accorgersene nemmeno. Forse a tal punto che se qualcuno glielo dicesse non ci crederebbe nemmeno.

Comunque succede che una azione del duo Fine-Cooper finisce con la prematura morte del trafficante di armi dal quale si doveva prima spremere una importante informazione, dove mai avesse nascosto la bombetta nucleare portatile ambita dai terroristi di tutto il mondo. Per risolvere l'impasse occorre mettere sotto controllo la figlia del defunto, Rayna (Rose Byrne), che ne ha preso il posto nell'organizzazione. Il problema è che Rayna conosce tutti gli agenti segreti americani (*) e lo dimostra terminando Bradley Fine.

Rick Ford (Jason Statham) è un collega di Bradley con uno stile diametralmente opposto, molto alla Statham, e vorrebbe vendicarlo. Gli viene preferito Susan, che ha il discutibile vantaggio di essere certamente ignota al mondo spionistico ufficiale. La cosa gli fa girare le scatole ancora più del solito, e così decide di mollare l'Agency per operare comunque la sua vendetta (**).

Susan, che in realtà aveva tutte le potenzialità per essere un'ottima operativa, si trova fin troppo a suo agio nel nuovo ruolo e nonostante tutti abbiano ben poca fiducia in lei, a partire da se stessa, riuscirà a portare a casa il risultato praticamente da sola.

Il film è scritto e diretto da Paul Feig, che secondo me sarebbe anche abbastanza capace nel suo genere (***) se non avesse una perniciosa attrazione per le situazioni da cinepanettone. A parte questo, alla pellicola avrebbe giovato una bella sforbiciata. Due ore per raccontare il passaggio da bruco a farfalla (°) di Susan Cooper sono davvero eccessive, e in alcune occasioni ho avuto il forte desiderio di guardare l'orologio invece dello schermo.

Per conto mio, la baracca viene salvata da Jason Statham che interpreta il suo personaggio con una assurda credibilità che meriterebbe di essere sviluppata in un film a se stante. Non male nemmeno Jude Law che, sia pure costretto in un ruolo piuttosto spiacevole, un vanesio James Bond manipolativo e interessato solo al suo lavoro, se la cava da par suo. Simpatica Miranda Hart, nel ruolo dell'amica della Cooper. Piccola parte per Bobby Cannavale (°°), mi piacerebbe tornare a vederlo in un film che gli dia maggior spazio. C'è anche Peter Serafinowicz che interpreta Aldo, un agente segreto che deve aver trasformato la sua confusione mentale da difetto personale a valore aggiunto professionale.

(*) Bum! Ma lei dice così e le credono.
(**) Difficile immaginare che uno possa dare le dimissione dalla CIA semplicemente alzandosi e andandosi, ma qui funziona così.
(***) Vedasi Le amiche della sposa.
(°) Una farfalla molto sui generis, invero.
(°°) E' il mediatore che Rayna contatta per piazzare la bomba.

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