1921 - Il mistero di Rookford

Il titolo originale è meno misterioso, The awakening, Il risveglio, nel senso di presa di consapevolezza, che fa capire meglio come non abbiamo a che fare con una investigatrice dell'occulto, niente Dylan Dog ante litteram, ma qualcosa dal ritmo più misurato.

Siamo dalle parti di The others, Il sesto senso o, in un certo senso, Gothika di Kassovitz. Storie di fantasmi presi sul serio, non esattamente il mio genere preferito, ma l'ho visto lo stesso per curiosità nei confronti del regista/sceneggiatore (Nick Murphy) che è al primo lungometraggio ma ha un decennio di esperienza in serie televisive. Se ne parla bene, e in effetti il film è ben diretto, e potrebbe avere un futuro interessante.

È la storia di Florence (Rebecca Hall, l'anno prima era in The Town), una brava cacciatrice di frodi spiritistiche. Finita da poco l'immensa carneficina della prima guerra mondiale, in molti vogliono essere rassicurati sui propri cari scomparsi, e gli imbroglioni ci sguazzano.

È facile capire dove la sceneggiatura vuole andare a parare, la razionalista Florence, che crede solo in quello che vede, dovrà finire per ricredersi (sbadiglio). Fortunatamente la vicenda è trattata con una certa sottigliezza. Florence, infatti, sin dall'inizio sembra quasi dispiaciuta di trovare solo ciarlatani, e capiamo che sarebbe più che disposta a credere a tutto, se non fosse che gli imbrogli in cui incappa sono di una grossolanità che urla vendetta.

Il suo problema è che ha perso il fidanzato in guerra e lei pensa di essere responsabile della sua morte. Inoltre, ma questo lo scopriremo più avanti, ha anche un altro trauma, risalente all'infanzia, ben più grave.

Già nei primi minuti vediamo come sia molto provata, e che farebbe bene a pigliarsi una vacanza molto spensierata, invece accetta di seguire Dominic West (nello stesso anno era il cattivo in Johnny English Reborn) in una scuola di campagna che fa venire i brividi solo a vederla in foto, dove c'è recentemente stata la morte di un bimbo che pare che sia legata all'apparizione di un altro bimbo che sarebbe morto qualche decennio prima.

La scuola de L'attimo fuggente, al confronto, sembra un rappresentazione del paradiso in terra, tra docenti e non docenti c'è poco da scherzare, e anche quella che dovrebbe essere la più umana della combriccola (Imelda Staunton, era la Umbridge in Harry Potter) fa venire i brividi a prima vista.

Si prosegue nei canoni dei film "de paura", fino ad arrivare alla serie di rivelazioni finali. Una è scontata, e quindi la dico senza tema di sorprendere il lettore, i fantasmi esistono davvero! (sbadiglio). Altre sono più immaginifiche, e dunque non spoilero. Pochi gli effettacci inesplicabili al solo fine di far rizzare i capelli allo spettatore (anche per il budget limitato, immagino), ma comunque il risultato viene raggiunto senza problemi, almeno nel mio caso.

Per accettare le apparizioni fantasmatiche mostrate come reali, ho assunto che ci venga mostrata la prospettiva dei protagonisti, nessuno dei quali è, come dire, propriamente in sé, a causa di dolorose esperienze non elaborate. Vedendola in questo modo la sceneggiatura non è poi così male.

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