La divina commedia

Regia di Manoel de Oliveira, su sua sceneggiatura che pesca a piene mani dalla Bibbia, e da opere di Fyodor Dostoevsky, Friedrich Nietzsche e José Régio (importante autore portoghese novecentesco a me sconosciuto). Il risultato mi pare estremamente ostico, nonostante l'altissima qualità di tutti gli ingredienti in campo. La durata eccessiva, l'impostazione centrata su lunghissimi dialoghi tra i diversi personaggi, la tesi stessa dell'opera, la rendono poco fruibile. Ed è un peccato, perché mi pare che un minimo di attenzione allo spettatore avrebbe potuto portare ad una tragicommedia surrealista alla Buñuel molto più godibile.

In un certo senso, la storia narrata mi ha fatto pensare a Il medico dei pazzi, commedia degli equivoci di Eduardo Scarpetta portata sullo schermo da Mario Mattioli, protagonisti Totò e Aldo Giuffrè. L'azione si svolge infatti in una strana clinica psichiatrica privata che sembra essere una gigantesca messa in scena. Al punto che a metà film viene un visitatore che si presenta come Ivan Karamazov venuto a parlare col fratello Aliosha, e il direttore non si mostra minimamente stupito. Al contrario, è Ivan che chiede di essere internato, in quanto usurato dalla fatica di vivere.

Il riferimento a Dante credo voglia dare una chiave di lettura, indicando come tema la ricerca di un dio che dia un senso alla vita. Anche se qui non si arriva da nessuna parte, nessuno sembra avere una risposta convincente, lo stesso direttore dell'istituto (che immagino essere l'alter ego del regista) alla fine finisce per gettare la spugna (in modo molto Buñueliano).

Da notare che, a parte il fatto che la macchina da presa è fissa, sembra quasi si assistere ad un film Dogma 95 ante litteram. Ad esempio la (eccellente) musica del film è solo quella suonata al pianoforte da una paziente.

4 commenti:

  1. Allora avevo ragione su questo film!!! Non ero io in un momento poco cinefilo, era stato De Oliveira a mettermi un cerchio alla testa!!!

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    1. Ecco perché mi ero segnato questo titolo (e il precedente). Ci ho messo un paio di mesi a recuperarli, e mi ero dimenticato la fonte. Adesso cerco di stare più attento.

      Ah, che bei ricordi! Il mio primo de Oliveria risale a molti, molti anni addietro. Un titolo di cineforum a cui pochi hanno osato presentarsi, e a cui siamo arrivati in fondo, più morti che vivi, drammaticamente decimati.

      Non sono esperienze che si possono fare troppo di frequente, ma una volta ogni tanto ci sta.

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    2. De Oliveira così però è arrivato a campare più di 100 anni!
      Contento dell'averti ispirato...

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    3. ... e la cosa più incredibile è che continua a fare film, come se niente fosse!

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