The International

Classico film di inchiesta mescolata all'azione, tipo Blood diamond, misteriosamente accolto con disinteresse un po' in tutto il mondo, nonostante la solida regia (Tom Tykwer) e l'interessante sceneggiatura (Eric Singer).

Non che sia un film perfetto, in particolare le due anime (inchiesta e azione) non si sposano benissimo, e sembra quasi di assistere a un double bill che ha un tema comune ma una realizzazione diametralmente opposta. Leggo che la produzione sarebbe intervenuta a giochi fatti premendo per un maggior tasso di azione, questo ha probabilmente creato una scena superlativa (la distruzione del Guggenheim di Manhattan a schioppettate) ma a discapito della chiarezza dell'inchiesta. A proposito, il Guggenheim che vediamo distruggere è finto, ricostruito con ammirevole perizia nel mitologico Studio Babelsberg di Potsdam.

La storia ricalca, con notevoli licenze e variazioni, quella di una famigerata banca privata, la BCCI (Bank of Credit and Commerce International) che nel film diventa IBBC (International Bank of Business and Credit), ufficialmente chiusa a forza all'inizio degli anni '90 per una serie di irregolarità da far rizzare i capelli, ma che ha continuato ufficiosamente ad operare per almeno un altro decennio.

Diversamente da altri film (Cosmopolis, Margin call, Wall Street 2, ...) le attività finanziare investigate qui sono quelle tipiche del secolo scorso. Bei tempi in cui i banchieri manigoldi per lucrare illecitamente si sporcavano le mani con traffici d'armi e amicizie pericolose con organizzazioni delinquenziali, servizi segreti, sovversivi. A quei tempi era relativamente facile capire cosa succedeva, poi il capitalismo ha messo il turbo, e la finanza è diventata autoreferenziale, stampandosi i soldi da sé, ed eliminando la seccatura di dover avere a che fare con personaggi spiacevoli per fare affari.

Qui, dunque, il senso generale dell'azione è abbastanza chiaro. La IBBC fa affari sporchi, un agente inglese (Clive Owen) cerca di incastrarli con l'aiuto di una investigatrice americana (Naomi Watts - sottotono). Il problema è che la IBBC è un boccone troppo grosso per loro, e ogni volta che si avvicinano ad ottenere qualche prova, la banca risponde approfittando delle debolezze di un sistema giurisprudenziale disegnato per un mondo che ormai non esiste più (oltre che ammazzando a destra e a manca).

L'agente riuscirà infine a trovare un punto debole nella mostruosa istituzione, il capo della sicurezza (Armin Mueller-Stahl), un ex-comunista (era un generale della Stasi) passato al capitalismo ma, giunto in finale di partita, alla ricerca di una redenzione. Ma per ottenere la sua vittoria dovrà accettare di stravolgere il proprio senso della morale. Per poi scoprire che sarebbe stato forse meglio mantenersi negli ambiti della legalità.

In linea con le produzioni del genere, l'azione si svolge in mezzo mondo, e così abbiamo modo di dare un'occhiata a Berlino, Milano e laghi, Istanbul, e New York.

Da notare che Tykwer ha partecipato anche alla colonna sonora, con un risultato non disprezzabile.

5 commenti:

  1. Non ho trovato molto che mi sconvolgesse più di tanto...
    Forse sceglierei proprio la colonna sonora!

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