Solido film tradizionale, forse con una trama un po' troppo complessa che sarebbe stato meglio sfoltire.
A proposito del titolo, mi chiedo come mai si sia passati dal singolare in originale al plurale in italiano. Pare che si sia voluto dare più risalto al commercio illegale di diamanti che al singolo diamante che fa da perno alla storia.
Nonostante il tema dello sfruttamento delle risorse del terzo mondo a nostro vantaggio sia stato tenuto sullo sfondo, pare che non abbia riscosso un gran apprezzamento negli USA, meno di quanto abbia fatto nel resto del mondo.
Strano perché, dopotutto, si tratta di un prodotto tipico made in Hollywood. Regia di Edward Zwick, una star di primo piano come Leonardo Di Caprio, attorniato da un buon gruppo di attori (Djimon Hounsou, Jennifer Connelly e anche Michael Sheen in un piccolo ruolo), una ricca produzione, scenari affascinanti.
Dicevo che la trama m'è sembrata troppo ricca. Infatti si incastrano diverse storie, tutte con il loro baricentro in Di Caprio, ex mercenario riciclatosi come contrabbandiere di diamanti sporchi.
La sua storia, che è da leggere tra le righe, è quella di un ragazzino bianco che ha vissuto il passaggio drammatico dalla Rhodesia dell'apartheid nello Zimbabwe. Perde drammaticamente i genitori e l'anima. Finché i fatti narrati nel film gli fanno ritrovare la retta via, ma a caro prezzo.
La sua storia si intreccia con quella di una giornalista americana (la Connelly) anche lei in cerca di non sa bene che cosa. La trova (forse) in lui, ma le circostanze non fanno sì che la storia vada nel modo migliore.
Si intreccia anche con quella di una famigliola della Sierra Leone, in particolare con il capofamiglia (Hounsou) che trova fortunosamente il diamante del titolo.
Tanti, quindi, i temi trattati: lo sfruttamento dell'Africa, l'eredità dell'apartheid, i bambini soldato, il rapporto padre-figlio, la storia romantica tra il duro e la pupa, la strana coppia unita per una missione comune. E, pure altri temi (l'anomalo cameratismo disilluso tra mercenari, ad esempio) che finiscono per essere solo accennati.
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