RoboCop - Il futuro della legge

Il weekend scorso mi sono sparato prima l'originale di un quarto di secolo fa (ne parlo qui) e poi il remake targato 2014 (ne parlo dopo). Credo si tratti per me di una prima visione, ne avevo qualche lontana memoria ma deve trattarsi di un qualche sequel.

In un futuro imprecisato, ma che non sembra troppo lontano, la Omni Consumer Products, una corporation di quelle impicciose che finiscono per avere più potere dei governi (vedasi la Weyland Corp aka "The Company" della saga di Alien o la Umbrella Inc di Resident evil) ha in appalto, tra le altre cose, la gestione delle forze di polizia. Il che è una evidente idiozia, visto che se lo stato delega a terzi la gestione della violenza finisce per perdere il senso stesso della sua esistenza. Ma la sceneggiatura è stata scritta (da Edward Neumeier e Michael Miner) negli anni ottanta, nel bel mezzo della sbornia neoliberista à la Chicago-boys, in cui un incubo di questo genere poteva non sembrare nemmeno impossibile. E non che le cose siano cambiate più di tanto al giorno d'oggi, ora che ci penso.

Sia come sia, un grosso papavero della OCP (Ronny Cox) pensa di usare robot invece di agenti. Un suo sottoposto (Miguel Ferrer) cerca di scavalcarlo con una idea ancor più spaventosa, creare un misto uomo-macchina che dovrebbe sommare i pregi delle sue componenti.

Un poliziotto qualunque (Peter Weller) si trova a fornire la materia prima per l'esperimento.

Ci sono punti interessanti in questa storia, ad esempio le lotte intestine tra manager sono narrate con un piglio umoristico (molto nero) non disprezzabile, la riflessione sulla disumanità che viene richiesta ai poliziotti, o su quanto sia assurdo lasciare che sia l'interesse economico a guidare scelte che sono evidentemente esterne a quella sfera.

Però la vicenda viene sviluppata caoticamente e non capisco dove davvero Paul Verhoeven (regia) volesse andare a parare. Realizzato come un B-movie dove il buddy-movie poliziottesco (con Nancy Allen nel ruolo della spalla), l'horror gore (la transizione di Weller da cop a robocop è decisamente sopra le righe), l'horror atomico/barocco (un cattivo si schianta in un deposito di scorie, e subisce una istantanea mutazione in una specie di mostruoso Quasimodo), la fantascienza (con robottoni che sembrano presi da film giapponesi alla Godzilla - che è pure esplicitamente citato), si alternano senza posa.

2 commenti:

  1. Secondo me, con tutti i limiti del caso, era un film interessante, a partire dagli assunti di base che espliciti così bene!

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    1. Non so. Questo è il terzo film di Verhoeven che vedo (Atto di forza e Starship troopers gli altri due, quando sono usciti) e ho sempre avuto dubbi. Vero che ci sono cose interessanti, ma mi sembrano nascoste dietro una scorza che direi volta renderlo di facile consumo. Il che non sarebbe un male, se non fosse che il senso della storia va a farsi friggere.

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