Otello

La produzione è stata un incubo. Nell'immediato dopoguerra, Orson Welles era in Italia in quanto protagonista di Cagliostro. Basti dire che si era scelto di girare il film da noi perché il Messico era risultato troppo costoso per dare un'idea del pasticcio in cui il nostro si era ficcato. Già che si trovava lì, Welles attaccò discorso con Michele Scalera, produttore italiano sull'orlo della catastrofe a causa dei suoi trascorsi sotto il regime fascista, e lo convinse ad imbarcarsi in questa impresa. Entrambi pensavano di essere stati molto furbi, lo Scalera contava di rilanciarsi, Welles sperava di avere la tanto agognata libertà di azione.

La troupe va in Marocco (per spendere ancora meno che in Italia, immagino) per le prime riprese, e la Scalera Film fallisce. Ma ormai il meccanismo diabolico è partito e il progetto prosegue, anche se tra mille problemi. Ci vorranno tre anni, con scene girate a distanza di mesi e in Paesi diversi, per completare il lavoro. Mitica la scena in cui Cassio dovrebbe essere ucciso da Roderigo, che è stata girata in un bagno turco per ovviare al problema della indisponibilità degli abiti di scena, tenuti in pegno in attesa di un pagamento.

Seguendo la lettura classica, Welles affronta la parte di Otello in una bella tinta nera. In realtà non si sa bene cosa Shakespeare intendesse per Moro di Venezia quando scrisse la sua tragedia. Ai tempi era termine molto generico che copriva varie tonalità dal quasi-bianco nordafricano al nero profondo subsahariano. Senza contare poi che la Morea, per i veneziani, era il Peloponneso.

Credo che la storia che la conoscano tutti, e anche Welles era dello stesso avviso, al punto che la racconta in flash-back, partendo dai suggestivi funerali di Otello e Desdemona (Suzanne Cloutier), mentre il perfido Iago (Micheál MacLiammóir) viene letteralmente messo in gabbia.

Bravi tutti e tre gli interpreti principali, eccezionale la scena in cui Otello capisce di aver fatto un tragico errore da cui non c'è via d'uscita.

2 commenti:

  1. Cavolo, non sapevo di tutto il caos che ci fu nel girare il film... Che storia!

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    1. Ho dato solo uno spunto, ne sono successe di tutti i colori. Ad esempio, ad un certo punto il Moro di Venezia sfoggia un bel mantello di ermellino. Ebbene, trattasi di abito di scena che Welles si è "distrattamente" portato dietro da un altro film.

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