The lobster

David (Colin Farrell baffuto e con pancetta) è piuttosto depresso, causa la fine del suo matrimonio. E per lui è peggio di quel che possiamo immaginare, perché nel suo mondo gli adulti possono vivere nella città solo se hanno un partner. Chi non ce l'ha viene mandato per un mese e mezzo nell'albergo, dove dovrà cercare di riformare una coppia. Il fallimento viene punito con la trasformazione in un animale a propria scelta. David pensa che l'aragosta sia una buona scelta, da cui il titolo del film.

La perfida direttrice dell'albergo (Olivia Colman) fa di tutto per metterlo a suo disagio. Non è che ce l'abbia con lui, è che proprio non capisce come una persona possa essere single. Avrà la sua redde rationem, è solo questione di tempo. David fa amicizia con un paio di altri disgraziati, un tale che zoppica (Ben Whishaw) da quando è stato assalito da un branco di lupi nel tentativo di identificare sua madre, e un'altro che parla con la zeppola (John C. Reilly). I tre cercano di beccare con le single, ma non riescono proprio ad entusiasmarsi per nessuna delle presenti, anche perché sembra che tutti quanti trovino naturale fare coppia solo con chi abbia una qualche caratteristica comune. Lo zoppicante così pensa di imbrogliare, fingendo che abbia perdite di sangue dal naso (*) per farsi accettare da una (EmmaEdel O'Shea) che ha questo problema. David, decidendo che è troppo faticoso fingere di avere sentimenti che non prova, decide di fingere di non avere sentimenti che prova, utilizzando questa falsa mancanza di empatia per agganciare una donna senza cuore (Angeliki Papoulia), che però è molto sospettosa e davvero priva di qualunque sentimento, così che alla fine coglierà in castagna la sua presunta anima gemella.

Scoperto, per evitare di essere trasformato in un animale che nessuno sceglierebbe mai come punizione per la sua malefatta, David fugge dall'albergo e si unisce ai ribelli. Single impenintenti che vivono nel bosco, fuori dalle regole della società. Purtroppo per lui, costoro sono matti almeno quanto la società dominante. La loro leader (Léa Seydoux) è feroce quanto la burocrazia da cui è scappato, e ogni violazione della vita solitaria viene punita duramente. Capita così che David trova una possibile anima gemella (Rachel Weisz), miope quanto lui. I due iniziano una pericolosa relazione clandestina, che però verrà scoperta, con tragiche conseguenze.

La società descritta da Yorgos Lanthimos (**) è abbastanza folle da permetterci di guardare il film con il sufficiente distacco che ci permette di ridere delle disavventure dei suoi personaggi ma non abbastanza aliena da non lasciarci il sospetto che la nostra non sia, dopotutto, poi così diversa da permetterci di dormire sonni tranquilli. L'effetto è ottenuto anche grazie ad una superba colonna sonora che include musica spesso inquietante, a volte melanconica, raramente consolatoria di Alfred Schnittke, Igor Stravinsky, Dmitri Shostakovich, Richard Strauss, Ludwig Van Beethoven, a fianco di brani relativamente più leggeri quale in particolare la bella Where the wild roses grow di Nick Cave e i Bad seeds, più Kylie Minogue.

Questo è il primo film di Lanthimos che vedo, e sono rimasto impressionato sia dalle sue capacità tecniche che narrative. Bella la fotografia, che mi ha fatto pensare al Maestro Stanley Kubrick o a Wes Anderson; affilata la satira sulla nostra società, degna di Luis Buñuel, anche se il pessimismo di fondo, e la demente burocrazia, vira più verso Kafka; la fredda rappresentazione della violenza mi ha ricordato Michael Haneke.

Eccessiva la durata di due ore, credo che una buona sforbiciata nella seconda parte avrebbe migliorato l'equilibrio del racconto.

(*) Si autoinfligge legnate pazzesche per ottenere il risultato.
(**) Con la collaborazione di Efthymis Filippou alla sceneggiatura.

2 commenti:

  1. La trama la trovo interessante. Lo recupererò presto

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    1. A me è piaciuto molto, ma sono stato l'unico del gruppo. Fortuna che non avevo scelto io di vederlo :D Film premiato a Cannes, ne consiglio la visione solo a chi sappia a cosa stia andando incontro.

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