Tommy

Adattamento cinematografico di Ken Russell dell'omonima opera rock di Pete Townshend, quarto album degli Who. La storia narrata cambia in alcuni dettagli non secondari, ma resta in entrambe le versioni piuttosto confusa, al punto che forse sarebbe meglio guardarsi il film come un lungo videoclip senza badare troppo al senso.

Tommy viene concepito dai genitori (Robert Powell e Ann-Margret) in un pacifico laghetto di montagna mentre altrove impazza la seconda guerra mondiale. Nascerà il giorno del ritorno della pace, dovendo fare a meno del padre, caduto in battaglia. Anni dopo, la madre si è trovata un altro uomo, Frank (Oliver Reed), che il piccolo Tommy considera come uno zio. Una notte, sorpresa delle sorprese, torna il padre, ma Frank lo ammazza (*). Tommy assiste alla scena e lo shock è tale che diventa muto, sordo e cieco. Più probabilmente, la seconda morte del padre è simbolica, sembra piuttosto che Tommy abbia assistito ad una scena di sesso tra sua madre e lo "zio", e questo tradimento della figura paterna, che la stessa madre gli aveva idealizzato, lo deve aver portato a rinchiudersi in un isolamento autistico. Sia come sia, Tommy non reagisce più ad alcuno stimolo esterno, e cresce in un mondo tutto suo.

Passano gli anni, e Tommy è diventato grande (Roger Daltrey). La madre in cerca di miracoli lo porta alla funzione di un santone (Eric Clapton) che venera Marilyn Monroe e distribuisce agli adepti droghe e alcolici. Il patrigno invece lo affida alle cure di una rinomata prostituta, La regina dall'acido (Tina Turner). Entrambe le cure falliscono, anche se la seconda sembra avere effetti psichedelici non trascurabili sul soggetto. I due genitori si rassegnano, e vivono la loro vita, affidando Tommy di tanto in tanto a parenti quando vogliono svagarsi. Il cugino Kevin (Paul Nicholas) lo sevizia, lo zio Ernie (Keith Moon) lo violenta. Misteriosamente Tommy scopre di essere un asso al flipper, riuscendo a battere il precedente campione (Elton John), ottenendo da ciò enormi somme di denaro che fanno la gioia dei genitori.

I soldi non fanno la felicità, ma permettono l'accesso a cure mediche migliori. Così Tommy viene portato da uno specialista (Jack Nicholson) che analizza per bene il soggetto (**) e deduce che l'origine del blocco è psicosomatico, non c'è niente che lui possa fare. La madre, che aveva già da tempo notato la fissazione di Tommy per la sua immagine riflessa dallo specchio, causa un nuovo shock al suo pargolo che ha l'effetto di sbloccarlo.

Il che sarebbe un bene, se non che Tommy si mette in mente di essere un novello redentore, e pensa che tutti, per essere felici debbano seguire il suo percorso, rinunciare vedere, udire, parlare, giocare a flipper, fino a trovare l'illuminazione. E il peggio è che un gran codazzo di gente gli dà retta, finché non si accorgono della balordaggine che stanno facendo. Altro shock per Tommy, che perde il suo stato di Eletto, e pure i genitori. Ma tutto questo, chissà come mai, lo aiuta a fare l'ultimo passo in avanti, e trova la vera felicità.

La prima parte è indigesta. Mi pare che Ken Russel abbia voluto scandire il passare del tempo abbracciando i diversi stili del cinema inglese col passare dei decenni. Idea simpatica, ma m'è parsa macchinosa. Meglio la seconda parte, anche se molto discontinua.

(*) In originale, era il padre ad uccidere l'amante della madre.
(**) E forse fa sesso con la madre, o almeno i due ci vanno molto vicini.

Nessun commento:

Posta un commento