Resident evil: Afterlife

Torna alla regia Paul WS Anderson, che già ha diretto il primo episodio e che uno dei principali responsabili di tutta la saga cinematografica. Il che però non giova al film, che viene narrato in modo ancor meno fluido e comprensibile delle due precedenti puntate. In certi momenti mi sembrava di vedere una collezione di clip musicali, piuttosto scorrelati tra loro, oltre tutto.

Crescono in Afterlife i riferimenti a Matrix, e si continuano a citare, più o meno a pera, altri film del genere e no - l'Hitchcock che si saluta per qualche secondo qui è quello di Psycho - il che non aggiunge spessore al film, anzi forse ottiene l'effetto opposto.

La storia è fin troppo densa di avvenimenti. Bastano pochi minuti, giusto all'inizio del film, per distruggere l'intera sede principale della Umbrella a Tokio, tirandosi dietro un bel pezzo della città e, pare, tutti i cloni di Alice (Milla Yovovich) che avevamo visto per un attimo alla fine di Extinction. Poi seguiamo Alice che vola in Alaska dove scopre che l'Arcadia che pensavano fosse lì, non c'è. In compenso trova Claire (Ali Larter). Volano a Los Angeles, tirano dentro nell'azione nuovi personaggi, tra cui il fratello di Claire (Wentworth Miller) e tutti assieme vanno ad eliminare il supercattivo dell'Umbrella. Sorpresa dell'ultimo momento: ci viene fatta una sneaky preview del prossimo episodio: Jill Valentine (Sienna Guillory) di cui non s'è fatta nemmeno menzione in Extinction, e già la davo per estinta, è viva, seppur controllata con artifici malefici dall'Umbrella, evidentemente cattivissima, e pronta ad animare almeno i primi minuti di RE 5.

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