Tra le nuvole

Se non fosse completamente diverso, mi verrebbe da dire che è molto simile al precedente film di Jason Reitman, che qui, oltre alla regia, ha messo lo zampino anche nella sceneggiatura e nella produzione (quest'ultima assieme anche al babbo Ivan). Il cast è decisamente più lussuoso, con George Clooney protagonista assoluto e Vera Farmiga che riesce a conquistarsi uno spazio non disprezzabile. Particine anche per Jason Bateman e J.K. Simmons, già visti in Juno.

Anche in questo caso Reitman coniuga temi decisamente spinosi ad una cornice decisamente più leggera di una (amarognola) commedia sentimentale. Funziona benissimo a livello di puro intrattenimento, anche qui grazie ad una buona colonna sonora - questa volta più sul tipo greatest hits, ma lascia molto spazio per chi voglia meditare su temi più profondi.

Clooney interpreta un tale che per lavoro licenzia la gente. La sua azienda in pratica lo affitta a chi deve fare tagli di personale ma non ha il coraggio di esporsi in prima persona. Lavoro terribile, ma che lui affronta con distacco olimpico e godendosi appieno una vita da olandese volante (è proprio il caso di dirlo) di lusso. A rompere le uova nel paniere arriva una giovane neocollega (Anna Kendrick) che propone di cambiare modello aziendale e usare internet per licenziare a distanza. Ma il vero problema del protagonista è la crisi di mezza età. Ha impostato tutta la sua vita su un modello folle (pensare a solo a sé stesso) e adesso la vita gli presenta il conto. La sua strategia, a questo punto, è quella di combattere per continuare come tutto era prima. Instaura una relazione con un'altra viaggiatrice perenne (Farmiga), e cerca di dimostrare di essere necessario alla sua azienda.

D'altro canto si dà spazio al fenomeno tutto americano (ma ormai non solo) dei licenziamenti facili.

Non vengono offerte ricette o vie di uscita, anzi, dietro l'apparenza di commedia leggera si nascondono una serie di tragedie. Umanamente sembra che non vada bene a nessuno - chissà, forse alla sorellina del protagonista, che si sposa con un tipo che non sembra una cima ma forse poi non è così male.

2 commenti:

  1. concordo
    è un dramma travestito da commedia; dramma dei licenziamenti (c'è chi si uccide), dramma della solitudine (il protagonista predica a tutti che non ci si deve legare a niente e nessuno, ma poi...)
    bellissimi all'inizio i panorami aerei dell'America, peccato che poi si debba atterrare

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  2. Hai ragione, belle le viste dall'alto, e funzionali al racconto. Il protagonista si sente a casa solo quando è in volo, e alle città associa la loro immagine vista da "up in the air".

    Scavando ancora un po' di più, credo che il vero dramma raccontato sia quello della ricerca di un senso per la propria vita. E per come va a finire, la memoria non può che correre al film dei Monthy Python.

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