In the loop

Il film deriva dalla serie televisiva BBC The thick of it, nata nel 2005 e che ha avuto la sua quarta (al momento ultima) stagione nel 2012. Sembra che sia destinata a continuare, ma il protagonista, un bravissimo Peter Capaldi, è correntemente impegnato con l'ottava stagione moderna di Doctor Who, e mica può monopolizzare gli schermi inglesi.

Il tema è lo stesso di House of cards, ma il tono è molto meno drammatico e molto più satirico. Non c'è nemmeno un accenno a quale partito appartengano i politici i vari personaggi (si dà quasi per scontato che i britannici siano laburisti, ma gli americani potrebbero essere indifferentemente repubblicani o democratici), e questo indica meglio come il bersaglio non sia una particolare schieramento, ma l'intero concetto di democrazia parlamentare occidentale. Da noi non è arrivata né la serie televisiva né il film. Si riescono agevolmente a trovare in DVD, ma non ho visto nessuna versione italiana. Ed è un peccato, anche perché il regista è Armando Iannucci, scozzese di nascita ma di evidente origine italica, meriterebbe di essere più conosciuto anche nel paese dei suoi avi.

In medio oriente soffiano venti di guerra, la linea del governo britannico è "vedremo". Simon (Tom Hollander), ministro che ha notevoli difficoltà a dire cose sensate ma che brama ad una maggiore visibilità, si lascia sfuggire in una intervista radiofonica un commento casuale che viene interpretato come se fosse di impronta pacifista. Malcolm (Capaldi), responsabile dei rapporti con i media per il governo, gli fa notare che non sta seguendo la linea stabilita.

Il dettaglio è che Malcom è uno sboccatissimo (per gli standard inglesi) can che abbaia e morde, e si mangerebbe vivo Simon, se non fosse che non saprebbe come giustificare la sua scomparsa alla stampa.

Capita però che la posizione da colomba di Simon viene notata oltreoceano, e lo scialbo ministro inglese viene sballottato tra le due sponde dell'oceano, conteso tra la fazione pro e contro la guerra, che finiranno per manovrarlo come un pupazzo, per poi farlo fuori.

Numerosi personaggi minori infarciscono l'azione di sottotrame minori. Tra i più riusciti c'è un generale americano contrario alla guerra (James Gandolfini), che minaccia le dimissioni, ma poi preferisce adattarsi all'andazzo, e un bizzarro omarino (Steve Coogan) residente nel collegio elettorale di Simon, ossessionato da un muro di proprietà governativa sul confine del suo terreno.

Colonna sonora firmata da Adem Ilhan, infarcita da musica classica d'epoca (tanto Bach, e un Debussy che finirà per avere una parte rilevante nella storia), con in più un interessante brano originale sui titoli di coda.

2 commenti:

  1. De essere un buon prodotto secondo la tua recensione caro Blabla, anche se io parteggio paurosamente per Kevin Spacey!!!!
    Un bacio serale!

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    1. Più o meno succedono le stesse cose, però si ride. E io apprezzo molto chi è capace di dire cose serie facendo ridere.
      Se poi sia meglio una serie o l'altra, direi proprio che è questione di gusti. Bacio :)

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